giovedì 27 marzo 2014

L'unico vero Dio e i falsi idoli


1 Non a noi, Signore, non a noi,
ma al tuo nome da' gloria,
per il tuo amore, per la tua fedeltà.
2 Perché le genti dovrebbero dire:
»Dov'è il loro Dio?».
3 Il nostro Dio è nei cieli:
tutto ciò che vuole, egli lo compie.
4 I loro idoli sono argento e oro,
opera delle mani dell'uomo.
5 Hanno bocca e non parlano,
hanno occhi e non vedono,
6 hanno orecchi e non odono,
hanno narici e non odorano.
7 Le loro mani non palpano,
i loro piedi non camminano;
dalla loro gola non escono suoni!
8 Diventi come loro chi li fabbrica
e chiunque in essi confida!
9 Israele, confida nel Signore:
egli è loro aiuto e loro scudo.
10 Casa di Aronne, confida nel Signore:
egli è loro aiuto e loro scudo.
11 Voi che temete il Signore, confidate nel Signore:
egli è loro aiuto e loro scudo.
12 Il Signore si ricorda di noi, ci benedice:
benedice la casa d'Israele,
benedice la casa di Aronne.
13 Benedice quelli che temono il Signore,
i piccoli e i grandi.
14 Vi renda numerosi il Signore,
voi e i vostri figli.
15 Siate benedetti dal Signore,
che ha fatto cielo e terra.
16 I cieli sono i cieli del Signore,
ma la terra l'ha data ai figli dell'uomo.
17 Non i morti lodano il Signore
né quelli che scendono nel silenzio,
18 ma noi benediciamo il Signore
da ora e per sempre.
Alleluia.

L'idolatria

Nella società odierna, parlando di idoli o di idolatria si è portati subito a pensare a quelle statuette d'oro, d'argento, di legno o di altro materiale, che gli antichi popoli della terra si fabbricavano per rendere loro il culto, adorandole e attribuendo ad esse doti divine o molto spesso identificandole con delle presunte divinità.
Leggendo i libri dei profeti Isaia e Geremia, possiamo trovare la descrizione della loro fabbricazione; statuette che raggiungevano dimensioni umane rappresentanti "dei domestici", i cosiddetti terafim. Altre statue raggiungevano dimensioni colossali come quella eretta nella Pianura di Dura dal re Nebucadnetsar (v. Daniele 3:1).
Si può pensare a quei riti misticheggianti che i popoli primitivi compivano in onore di divinità sconosciute effettuando sacrifici umani per ottenere la protezione degli dei, la fecondità della terra, la vittoria nelle battaglie e nelle guerre, ecc.
Volendo adeguarci ai nostri tempi, se effettuassimo un sondaggio d'opinione tra la gente comune, chiedendo cosa sia l'idolatria e se tutt'oggi esiste, la maggioranza di esse risponderebbe esprimendo i concetti sopra citati ed affermerebbero che l'idolatria oggi esiste soltanto tra i popoli meno civilizzati. Se l'uomo d'oggi fosse accusato di essere un idolatra, certamente resterebbe turbato, scandalizzato se non addirittura offeso da tale affermazione.

Quindi la civilizzazione dell'uomo avrebbe sconfitto l'idolatria, a noi tanto lontana; invece non è così. Tutt'oggi l'idolatria è presente anche tra le persone cosiddette «civilizzate». Il vero senso dell'idolatria può essere sintetizzato in questa affermazione:
L'idolo può essere una persona o una cosa che nel nostro cuore prende il posto di Dio: anche le cose che a noi possono sembrare banali, se occupano nel nostro cuore lo spazio che spetta a Dio, sono idoli.
Inoltre, l'amore del denaro, la concupiscenza, l'avarizia, la ghiottoneria sono tutte forme di idolatria. Lo sport, il potere, il sesso, l'io dell'uomo, anche l'amore per una persona possono diventare idoli. Se si mette al posto del Creatore la creatura si entra nell'idolatria.
"Fate dunque morire le vostre membra che son sulla terra: fornicazione, impurità, lussuria, mala concupiscenza e cupidigia, la quale è idolatria" (Colossesi 3:5).
"Poiché voi sapete molto bene che nessun fornicatore o impuro, o avaro (che è un idolatra), ha eredità nel regno di Cristo e di Dio" (Efesini 5:5).
Pensiamo per esempio alle grandi manifestazioni sportive e alla grande attenzione che suscitano; durante i periodi dei mondiali di calcio (dove viene celebrato il "dio pallone"), i giornali, la televisione, i mass-media in genere concentrano l'attenzione dell'intero globo, facendo passare in secondo piano notizie magari ben più importanti. Non c'è nulla di male nello sport o in altre cose, quando queste non invadono la vita dell'uomo al punto di diventare la cosa più importante della vita, prendendo il posto che spetta a Dio solamente. Questo esempio vale naturalmente anche per la musica, la televisione, il denaro, il cibo, e ogni altra cosa. Queste cose non contengono un male in sé ma è il valore che gli dà a volte l'uomo che le rende idoli. Anche l'amore per la propria fidanzata o moglie se ha la priorità nella propria vita al punto di causare una trascuratezza verso Dio, nel servirLo, adorarLo ed amarLo, diventa idolatria (vedi le parole di Gesù in Matteo 10:37).
Quindi stiamo attenti a non cadere nell'idolatria, non pensando che essa sia necessariamente il genuflettersi davanti a una statua o il rivolgersi a pratiche occulte o esoteriche, ma dando il giusto valore ad ogni cosa e soprattutto mettendo al primo posto nelle priorità del nostro cuore e della nostra vita di tutti i giorni Gesù Cristo, il nostro Signore e Salvatore.

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