venerdì 7 marzo 2014

LA STORIA DELLE 4 CANDELE

  

In una Chiesa, quattro candele bruciavano e si consumavano lentamente.
La prima diceva: "Io sono la candela della pace, ma gli uomini non riescono a mantenermi accesa: penso proprio che non mi resti altro da fare che spegnermi!".
Così fu, e a poco a poco, la candela si lasciò spegnere completamente.


La seconda diceva: "Io sono la candela della fede, purtroppo non servo a nulla.
Gli uomini non ne vogliono sapere di me, e per questo motivo non ha senso che io resti accesa!". Appena ebbe terminato di parlare, una leggera brezza soffiò su di lei e la spense.


Triste triste, la terza candela, a sua volta, disse: "Io sono la candela dell’amore,
ma non ho la forza per continuare a rimanere accesa.
Gli uomini non mi considerano …
Essi odiano perfino coloro che più li amano, i loro familiari". E senza attendere oltre, la candela si lasciò spegnere. Ma inaspettatamente...un bimbo in quel momento entrò nella Chiesa e vide le tre candele spente.
Impaurito per la semioscurità disse: "Ma cosa fate! Voi dovete rimanere accese, io ho paura del buio!". E così dicendo scoppiò in lacrime.


Allora la quarta candela, impietositasi, disse: "Non temere, non piangere, bambino mio: finché io sarò accesa, potremo sempre riaccendere le altre tre candele: io sono la candela della speranza." Con gli occhi lucidi e gonfi di lacrime,
il bimbo prese la candela della speranza e riaccese tutte le altre, e non ebbe più paura.

"
Che non si spenga mai la speranza dentro il nostro cuore,

e che ciascuno di noi possa essere lo strumento, come quel bimbo,
capace in ogni momento di riaccendere con la sua speranza,
nel cuore di ogni uomo, la fede, l'amore e la pace..."

Papa Francesco: Lo stile cristiano è uno stile di umiltà, di mitezza, di mansuetudine

Lo stile cristiano è uno stile di umiltà, di mitezza, di mansuetudine
I tratti che distinguono il cristiano sono l’umiltà, la mitezza, e la generosità. Papa Francesco nel corso dell’omelia odierna in Casa Santa Marta ha ribadito che questo è lo stile cristiano: si tratta di una via che passa per la croce, sull’esempio di Gesù a seguirlo, e che porta alla gioia.
La riflessione del Pontefice nasce dalle parole di Gesù, riportate nel Vangelo del giorno, “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua“.
Gesù per primo, sottolinea Bergoglio, ha compiuto “questo cammino” e nel farlo ci ha indicato quale è lo “stile cristiano“. Proprio per questo, “noi non possiamo pensare la vita cristiana fuori da questa strada“.
La vita del cristiano è una strada, tanto che Gesù stesso viene continuamente descritto nei Vangeli per le strade, sulle strade, quasi fosse un senza tetto. Non possiamo dunque negare questa realtà, ovvero che “sempre c’è questo cammino che Lui ha fatto per primo” ha chiarito Papa Francesco “il cammino dell’umiltà” che si interseca con “il cammino anche dell’umiliazione“, quella stessa umiliazione che Gesù stesso ha mostrato nell’ “annientare se stesso, e poi risorgere“.
La croce e la presenza di Gesù vanno assieme: uno “stile cristiano senza croce non è cristiano” così come una “croce senza Gesù non è cristiana“. Ha quindi chiarito il Vescovo di Roma “Lo stile cristiano prende la croce con Gesù e va avanti. Non senza croce, non senza Gesù“.
Gesù “ha dato l’esempio” e ci ha mostrato che che solo se seguiremo questo stile potremo salvarci e trovare vera gioia e fecondità “perché questo cammino di rinnegare se stessi è per dare vita, è contro il cammino dell’egoismo …questo cammino è aperto agli altri“.
Lo stile cristiano è proprio questo stile di umiltà, di mitezza, di mansuetudine” ha quindi concluso il Santo Padre. Del resto Gesù stesso ci dice che “chi vuole salvare la propria vita, la perderà“.

Meditazione del giorno 07/03/2014


 

Venerdì dopo le Ceneri
Meditazione del giorno
Beato Giovanni Paolo II (1920-2005), papa
Udienza generale del 21/03/1979 
Allora digiuneranno”
 
    “Perché i tuoi discepoli non digiunano?”. Gesù rispose: “Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto, mentre lo sposo è con loro? Verranno però i giorni quando lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno” (Mt 9,15). Difatti il tempo di Quaresima ci ricorda che lo sposo ci è stato tolto. Tolto, arrestato, imprigionato, schiaffeggiato, flagellato, incoronato di spine, crocifisso... Il digiuno nel tempo di Quaresima è l’espressione della nostra solidarietà con Cristo. … “L’amore mio è stato crocifisso e non c’è più in me la fiamma che desidera le cose materiali”, come scrive il Vescovo di Antiochia Ignazio [fra il 1° e 2° secolo]...

    Il cibo e le bevande sono indispensabili all’uomo per vivere, egli se ne serve e deve servirsene, tuttavia non gli è lecito abusarne sotto qualsiasi forma. La tradizionale astensione dal cibo e dalle bevande ha come fine di introdurre nell’esistenza dell’uomo non soltanto l’equilibrio necessario, ma anche il distacco da quello che si potrebbe definire “atteggiamento consumistico”. Tale atteggiamento è divenuto nei nostri tempi una delle caratteristiche della civiltà e in particolare della civiltà occidentale. … L’uomo orientato verso i beni materiali… molto spesso ne abusa.

    Non si tratta qui unicamente del cibo e delle bevande. Quando l’uomo è orientato esclusivamente verso il possesso e l’uso di beni materiali, cioè delle cose, allora anche tutta la civiltà viene misurata secondo la quantità e la qualità delle cose che è in grado di fornire all’uomo, e non si misura con il metro adeguato all’uomo. Questa civilizzazione infatti fornisce i beni materiali non soltanto perché servano all’uomo a svolgere le attività creative e utili, ma sempre di più... per soddisfare i sensi, l’eccitazione che ne deriva, il piacere momentaneo, una sempre maggiore molteplicità di sensazioni, [per esempio, con] i mezzi audiovisivi. …Da ciò risulta che l’uomo contemporaneo deve digiunare, cioè astenersi non soltanto dal cibo o dalle bevande, ma da molti altri mezzi di consumo, di stimolazione, di soddisfazione dei sensi.

La parola del giorno 07/03/2014


Venerdì dopo le Ceneri

Libro di Isaia 58,1-9a.
Così dice il Signore: Grida a squarciagola, non aver riguardo; come una tromba alza la voce; dichiara al mio popolo i suoi delitti, alla casa di Giacobbe i suoi peccati.
Mi ricercano ogni giorno, bramano di conoscere le mie vie, come un popolo che pratichi la giustizia e non abbia abbandonato il diritto del suo Dio; mi chiedono giudizi giusti, bramano la vicinanza di Dio:
"Perché digiunare, se tu non lo vedi, mortificarci, se tu non lo sai?". Ecco, nel giorno del vostro digiuno curate i vostri affari, angariate tutti i vostri operai.
Ecco, voi digiunate fra litigi e alterchi e colpendo con pugni iniqui. Non digiunate più come fate oggi, così da fare udire in alto il vostro chiasso.
È forse come questo il digiuno che bramo, il giorno in cui l'uomo si mortifica? Piegare come un giunco il proprio capo, usare sacco e cenere per letto, forse questo vorresti chiamare digiuno e giorno gradito al Signore?
Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo?
Non consiste forse nel dividere il pane con l'affamato, nell'introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza distogliere gli occhi da quelli della tua carne?
Allora la tua luce sorgerà come l'aurora, la tua ferita si rimarginerà presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà.
Allora lo invocherai e il Signore ti risponderà; implorerai aiuto ed egli dirà: "Eccomi!".


Salmi 51(50),3-4.5-6ab.18-19.
Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia;
nella tua grande bontà cancella il mio peccato.
Lavami da tutte le mie colpe,
mondami dal mio peccato.

Riconosco la mia colpa,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto. 

Tu non gradisci il sacrificio
e, se offro olocausti, non li accetti.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio,
un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi.



Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 9,14-15.
In quel tempo, giunto Gesù all'altra riva del lago, nella regione dei Gadareni, gli si accostarono i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché, mentre noi e i farisei digiuniamo, i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto mentre lo sposo è con loro? Verranno però i giorni quando lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno.

Vangelo secondo Marco


Capitolo 11 

IV. IL MINISTERO DI GESU' A GERUSALEMME

Ingresso messianico in Gerusalemme

[1]Quando si avvicinarono a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, mandò due dei suoi discepoli [2]e disse loro: «Andate nel villaggio che vi sta di fronte, e subito entrando in esso troverete un asinello legato, sul quale nessuno è mai salito. Scioglietelo e conducetelo. [3]E se qualcuno vi dirà: Perché fate questo?, rispondete: Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito». [4]Andarono e trovarono un asinello legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo sciolsero. [5]E alcuni dei presenti però dissero loro: «Che cosa fate, sciogliendo questo asinello?». [6]Ed essi risposero come aveva detto loro il Signore. E li lasciarono fare. [7]Essi condussero l'asinello da Gesù, e vi gettarono sopra i loro mantelli, ed egli vi montò sopra. [8]E molti stendevano i propri mantelli sulla strada e altri delle fronde, che avevano tagliate dai campi. [9]Quelli poi che andavano innanzi, e quelli che venivano dietro gridavano:
Osanna!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
[10]Benedetto il regno che viene, del nostro padre Davide!
Osanna nel più alto dei cieli!
[11]Ed entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l'ora tarda, uscì con i Dodici diretto a Betània.

Il fico sterile

[12]La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fame. [13]E avendo visto di lontano un fico che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se mai vi trovasse qualche cosa; ma giuntovi sotto, non trovò altro che foglie. Non era infatti quella la stagione dei fichi. [14]E gli disse: «Nessuno possa mai più mangiare i tuoi frutti». E i discepoli l'udirono.

I venditori cacciati dal tempio

[15]Andarono intanto a Gerusalemme. Ed entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e comperavano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe [16]e non permetteva che si portassero cose attraverso il tempio. [17]Ed insegnava loro dicendo: «Non sta forse scritto:
La mia casa sarà chiamata
casa di preghiera per tutte le genti?
Voi invece ne avete fatto una spelonca di ladri!».
[18]L'udirono i sommi sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutto il popolo era ammirato del suo insegnamento. [19]Quando venne la sera uscirono dalla città.

Il fico seccato. Fede e preghiera

[20]La mattina seguente, passando, videro il fico seccato fin dalle radici. [21]Allora Pietro, ricordatosi, gli disse: «Maestro, guarda: il fico che hai maledetto si è seccato». [22]Gesù allora disse loro: «Abbiate fede in Dio! [23]In verità vi dico: chi dicesse a questo monte: Lèvati e gettati nel mare, senza dubitare in cuor suo ma credendo che quanto dice avverrà, ciò gli sarà accordato. [24]Per questo vi dico: tutto quello che domandate nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato. [25]Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi i vostri peccati». [26].

Obiezione dei Giudei sull'autorità di Gesù

[27]Andarono di nuovo a Gerusalemme. E mentre egli si aggirava per il tempio, gli si avvicinarono i sommi sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero: [28]«Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l'autorità di farlo?». [29]Ma Gesù disse loro: «Vi farò anch'io una domanda e, se mi risponderete, vi dirò con quale potere lo faccio. [30]Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi». [31]Ed essi discutevano tra sé dicendo: «Se rispondiamo "dal cielo", dirà: Perché allora non gli avete creduto? [32]Diciamo dunque "dagli uomini"?». Però temevano la folla, perché tutti consideravano Giovanni come un vero profeta. [33]Allora diedero a Gesù questa risposta: «Non sappiamo». E Gesù disse loro: «Neanch'io vi dico con quale autorità faccio queste cose».

SALMO 39


 

1 Al maestro del coro. A Iedutùn. Salmo. Di Davide.
2 Ho detto: «Vigilerò sulla mia condotta
per non peccare con la mia lingua;
metterò il morso alla mia bocca
finché ho davanti il malvagio».
3 Ammutolito, in silenzio,
tacevo, ma a nulla serviva,
e più acuta si faceva la mia sofferenza.
4 Mi ardeva il cuore nel petto;
al ripensarci è divampato il fuoco.
Allora ho lasciato parlare la mia lingua:
5 «Fammi conoscere, Signore, la mia fine,
quale sia la misura dei miei giorni,
e saprò quanto fragile io sono».
6 Ecco, di pochi palmi hai fatto i miei giorni,
è un nulla per te la durata della mia vita.
Sì, è solo un soffio ogni uomo che vive.
7 Sì, è come un’ombra l’uomo che passa.
Sì, come un soffio si affanna,
accumula e non sa chi raccolga.
8 Ora, che potrei attendere, Signore?
È in te la mia speranza.
9 Liberami da tutte le mie iniquità,
non fare di me lo scherno dello stolto.
10 Ammutolito, non apro bocca,
perché sei tu che agisci.
11 Allontana da me i tuoi colpi:
sono distrutto sotto il peso della tua mano.
12 Castigando le sue colpe
tu correggi l’uomo,
corrodi come un tarlo i suoi tesori.
Sì, ogni uomo non è che un soffio.
13 Ascolta la mia preghiera, Signore,
porgi l’orecchio al mio grido,
non essere sordo alle mie lacrime,
perché presso di te io sono forestiero,
ospite come tutti i miei padri.
14 Distogli da me il tuo sguardo:
che io possa respirare,
prima che me ne vada
e di me non resti più nulla.

La frase del giorno 07 Marzo

Raramente i bambini crescono
come vorremmo - ... ma
d'altronde neanche noi...