CHE COSA SIGNIFICA LA PAROLA
VANGELO?
- "Vangelo" è una parola d'origine greca,
εÚαγγέλιον
(evangelion), che arriva all'italiano attraverso il
latino evangelium e significa letteralmente lieto
annuncio, buona notizia. Tale lieto annuncio
riguarda la vita e la predicazione di Gesù Cristo, il Figlio
Unigenito di Dio fatto uomo.
- “Il termine 'vangelo', ai tempi di
Gesù,
era usato dagli imperatori romani per i loro proclami.
Indipendentemente dal contenuto, essi erano definiti 'buone novelle',
cioè annunci di salvezza, perché l'imperatore era
considerato come il signore del mondo ed ogni suo editto come foriero
di bene. Applicare questa parola alla predicazione di Gesù
ebbe
dunque un senso fortemente critico, come dire: Dio, non l'imperatore,
è il Signore del mondo, e il vero Vangelo è
quello di
Gesù Cristo" (Benedetto XVI,
Angelus, 27-1-08).
QUANTI E QUALI SONO I VANGELI?
Sono 4: vangelo di Matteo (
Mt), Marco (
Mc),
Luca (
Lc), Giovanni (
Gv). Essi
fanno parte della Sacra Scrittura, e in particolare del Nuovo
Testamento. Appartengono pertanto al
cànone
delle Scritture, che "è l'elenco completo degli scritti
sacri, che la Tradizione Apostolica ha fatto discernere alla Chiesa.
Tale
cànone comprende 46 scritti dell'
Antico Testamento e 27 del Nuovo" (
Compendio del CCC, 20).
QUANDO SONO STATI SCRITTI?
I 4 Vangeli sono stati scritti tra il 60 e il 100 d. C.
PERCHE' SONO SOLO QUATTRO?
- Sono soltanto 4, in quanto è stata la Tradizione
Apostolica a far discernere alla Chiesa che questi quattro e
solo questi quattro vangeli dovessero essere compresi nell'elenco dei
Libri Sacri.
- Sant'Ireneo, Vescovo di Lione e martire, afferma,
alla fine del II secolo, in un celebre passo che
“poiché il mondo ha quattro regioni e quattro sono
i venti principali [...] il Verbo creatore di ogni cosa [...]
rivelandosi agli uomini, ci ha dato un Vangelo quadruplice, ma
unificato da un unico Spirito” (Contro le eresie
III 11, 8).
CHE COS'È LA
TRADIZIONE APOSTOLICA?
"La Tradizione Apostolica è la trasmissione del messaggio di
Cristo compiuta, sin dalle origini del cristianesimo, mediante la
predicazione, la testimonianza, le istituzioni, il culto, gli scritti
ispirati. Gli Apostoli hanno trasmesso ai loro successori, i Vescovi,
e, attraverso questi, a tutte le generazioni fino alla fine dei tempi,
quanto hanno ricevuto da Cristo e appreso dallo Spirito Santo.
IN QUALI MODI SI REALIZZA LA
TRADIZIONE APOSTOLICA?
La Tradizione Apostolica si realizza in due modi: con la trasmissione
viva della Parola di Dio (detta anche semplicemente la Tradizione), e
con la Sacra Scrittura, che è lo stesso annuncio della
salvezza messo per iscritto.
QUALE RAPPORTO ESISTE FRA LA
TRADIZIONE E LA SACRA SCRITTURA?
La Tradizione e la Sacra Scrittura sono tra loro strettamente congiunte
e comunicanti. Ambedue rendono presente e fecondo nella Chiesa il
mistero di Cristo e scaturiscono dalla stessa sorgente divina:
costituiscono un solo sacro deposito della fede, da cui la Chiesa
attinge la
propria certezza su tutte le verità rivelate.
QUALE RELAZIONE ESISTE TRA
SCRITTURA, TRADIZIONE E MAGISTERO?
Essi sono tra loro così strettamente uniti, che nessuno di
loro esiste senza gli altri. Insieme contribuiscono efficacemente,
ciascuno secondo il proprio modo, sotto l'azione dello Spirito Santo,
alla salvezza degli uomini" (
Compendio del CCC , 12-14.17).
CHE COSA SAPPIAMO CIRCA GLI
AUTORI DEI QUATTRO VANGELI?
Secondo la tradizione, circa gli autori dei quattro Vangeli sappiamo
che:
- Marco:
- viene spesso identificato col "giovinetto vestito
di un lenzuolo" che tentò di seguire Gesù dopo il
suo arresto (Mc 14, 51-52). Successivamente fu
discepolo di San Pietro; seguì anche San Paolo in uno dei
suoi viaggi missionari;
- Matteo:
- chiamato anche Levi, fu uno degli apostoli. Era
pubblicano, cioè esattore delle tasse: Gesù lo
chiamò mentre sedeva al banco delle imposte;
- Luca:
- discepolo di San Paolo, lo seguì in
alcuni dei suoi viaggi. È ritenuto anche l'autore degli Atti
degli Apostoli. Era medico, probabilmente di Antiochia. Secondo la
tradizione, dipinse anche un ritratto della Madonna;
- Giovanni:
- fu uno degli apostoli più vicini a
Gesù. Nel suo Vangelo spesso indica se stesso con
l'espressione "il discepolo che Gesù amava". È
ritenuto anche l'autore di tre Lettere Apostoliche e dell' Apocalisse.
QUALE IMPORTANZA HANNO I VANGELI
PER I CRISTIANI?
"I quattro Vangeli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni, essendo la
principale testimonianza sulla vita e sulla dottrina di
Gesù, costituiscono il cuore di tutte le Scritture e
occupano un posto unico nella Chiesa" (
Compendio del CCC ,
22).
COME SI SONO FORMATI I VANGELI?
Nella formazione dei Vangeli si possono distinguere tre tappe:
- La vita e l'insegnamento di Gesù:
Gesù non ha lasciato nulla di scritto. Egli ha predicato e
insegnato, si è scelto e formato dei discepoli, in
particolare i Dodici Apostoli. Questi hanno ascoltato per tre anni la
sua parola. C'è da rilevare a questo riguardo che l'esigenza
di predicare e insegnare a memoria era una abitudine costante del
tempo, e nasce dal fatto che la scrittura era impraticabile in
condizioni normali.
- La tradizione orale:
«Gli Apostoli poi, dopo l'ascensione del Signore,
trasmisero ai loro ascoltatori ciò che egli aveva detto e
fatto, con quella più completa intelligenza di cui essi,
ammaestrati dagli eventi gloriosi di Cristo e illuminati dalla luce
dello Spirito di verità, godevano» (Concilio Vaticano II, Dei
Verbum, 19). Gli Apostoli hanno attuato pertanto quanto
Gesù aveva loro ordinato: "Andate e ammaestrate tutte le
nazioni, battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito
Santo" (Mt 28, 19). Dunque, essi, adempiendo a tale
comando di Cristo, hanno annunciato a viva voce gli episodi di cui
erano stati testimoni durante la loro vita con Gesù,
ripetendo, in particolare a chi non l'aveva conosciuto, le sue parole e
i suoi insegnamenti. Così lentamente i ricordi ed i racconti
su Gesù, come pure le sue parole e i suoi miracoli,
tramandati in modo costante e fedele, assunsero una forma letteraria
ben precisa. Ad esempio, già subito dopo la Morte e la
Risurrezione di Gesù, quindi intorno agli anni 40 d.C., la
Chiesa così cantava nel famoso inno contenuto nella lettera
di San Paolo ai Filippesi: "Cristo Gesù, pur essendo di
natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua
uguaglianza con Dio" (Fil 12, 6).
Circa tale predicazione, va rilevato che:
- la comunità cristiana non
crea il contenuto della predicazione, ma
ne elabora la forma letteraria;
- tale contenuto si basa sulla testimonianza
autorevole dei testimoni oculari;
- è strettamente controllato dalla
comunità apostolica di Gerusalemme, la quale ha la
preoccupazione e la convinzione di essere fedele alla memoria di
Gesù.
- I Vangeli scritti. Gli
insegnamenti apostolici su Gesù non rimasero puro
insegnamento orale, ma ben presto, gradualmente, furono messi per
iscritto. E questo avvenne tra il 60 e il 100 d.C. «Gli
autori sacri scrissero i quattro Vangeli, scegliendo alcune cose tra le
molte tramandate a voce o già per iscritto, redigendo una
sintesi delle altre o spiegandole con riguardo alla situazione delle
Chiese, conservando infine il carattere di predicazione, sempre
però in modo tale da riferire su Gesù cose vere e
sincere» (Concilio
Vaticano II, Dei Verbum, 19). Il
motivo di questo mettere per iscritto quanto annunciavano oralmente va
cercato in alcune esigenze delle prime
comunità cristiane:
- la celebrazione della liturgia:
per celebrare occorrono testi da leggere;
- la catechesi, la formazione
dei credenti: i catechisti avevano bisogno di testi di riferimento sui
quali basare il proprio insegnamento;
- l'attività missionaria
di annuncio ai non credenti, per la quale era necessario avere tra le
mani perlomeno dei promemoria contenenti gli
insegnamenti e le parole significative dette da Gesù;
- la determinazione del comportamento
morale, pratico dei cristiani nell'incontro con culture e
stili di vita diversi;
- la difesa contro accuse, calunnie e
fraintendimenti, a cui le comunità erano soggette,
sia da parte ebraica che pagana.
- Esiste una continuità tra la predicazione
di Gesù, la predicazione apostolica e la loro redazione
evangelica.
- Nella narrazione dei Vangeli esiste un legame molto
stretto con gli avvenimenti realmente accaduti: «Per la fede
biblica – spiega il card. RATZINGER – è
fondamentale il riferimento a eventi storici reali. Essa non racconta
la storia come un insieme di simboli di verità storiche, ma
si fonda sulla storia che è accaduta sulla superficie di
questa terra (…)L’attività di
Gesù non è da considerare inserita in un mitico
prima-o-poi, che può significare insieme sempre e mai;
è un avvenimento storico precisamente databile con tutta la
serietà della storia umana realmente accaduta» (Gesù
di Nazaret, 2007).
- Il tutto avvenne sotto la guida dello Spirito Santo,
come aveva assicurato Gesù stesso durante la sua vita
terrena: «Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra
voi. Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre
manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa
e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho
detto» (Gv 14, 25-26).
«Egli mi glorificherà, perché
prenderà del mio e ve
l'annunzierà» (Gv 16, 14).
COME VENGONO TRASMESSI I VANGELI
LUNGO I SECOLI?
- C'è anzitutto la trasmissione manoscritta
(dal 60 d.C.) in
greco biblico (un tipo di lingua greca popolare, comune in quel tempo).
I più antichi manoscritti dei Vangeli, come pure di tutto il
Nuovo Testamento, ci sono pervenuti in greco. In seguito nel II - III
secolo i Vangeli vengono tradotti dal greco in latino (la vetus
latina), e poi successivamente con l'invenzione della stampa
(dal 1516) si passò dalla trasmissione manoscritta a quella
stampata.
- Già nella seconda metà del II
sec. San Giustino nello scrivere nel 160 la sua Apologia
afferma che le memorie degli Apostoli vengono chiamate Vangeli. E' la
prima testimonianza in cui si passa dal Vangelo come annuncio predicato
al Vangelo come testo scritto.
I VANGELI SONO DI ORIGINE
APOSTOLICA?
La Chiesa afferma come dato di fede che i Vangeli derivano dagli
Apostoli. «La Chiesa ha sempre e in ogni luogo ritenuto
e ritiene che i quattro Vangeli sono di origine apostolica. Infatti,
ciò che gli Apostoli per mandato di Cristo predicarono,
dopo, per ispirazione dello Spirito Santo, fu dagli stessi e da uomini
della loro cerchia tramandato in scritti, come fondamento della fede" (
Concilio Vaticano II,
Dei
Verbum, 18).
IN CHE SENSO I VANGELI SONO
STORICI?
- I Vangeli sono storici, in quanto riportano
fedelmente le opere e le parole di Gesù, alla luce della sua
Morte e Risurrezione sotto l'influsso dello Spirito Santo.
«La Santa Madre Chiesa ha ritenuto e ritiene con
fermezza e costanza massima, che i quattro suindicati Vangeli, di cui
afferma senza alcuna esitanza la storicità, trasmettono
fedelmente quanto GesùFiglio di Dio, durante la sua vita tra
gli uomini, effettivamente operò e insegnò per la
loro eterna salvezza, fino al giorno in cui fu assunto in
cielo» (CONCILIO VATICANO II, Dei Verbum,
19).
- Occorre tener presente che i Vangeli sono stati
scritti in un periodo storico (il I secolo d.C.), in cui:
- gli Apostoli e molte persone, che avevano
conosciuto, ascoltato e vissuto con Gesù;
- come pure persone che avevano conosciuto e vissuto
con gli Apostoli erano ancora viventi, e perciò erano in
grado di verificare se quanto veniva predicato e scritto corrispondeva
a verità oppure no. E non va neppure dimenticato a tale
riguardo che molte di queste persone hanno accettato il martirio
piuttosto che rinnegare la loro fedeltà a Cristo (cfr. ad
esempio la persecuzione subita da molti cristiani nell'anno 64 d.C. a
causa di Nerone).
- Per garantire la storicità dei fatti come
tali, esistono anche vari criteri complementari (come il criterio della
molteplice attestazione, della non-contraddizione, della
continuità e della discontinuità, della
conformità, ecc.), che possono fornire una certezza morale
di storicità per la maggior parte dei fatti narrati nei
Vangeli.
QUALI SONO I CRITERI
DELL'AUTENTICITA' DEI VANGELI?
- Criterio fondamentale: il riconoscimento della Chiesa
divinamente assistita dallo Spirito Santo. Tale riconoscimento
è stato anzitutto dato dalla prima Comunità
ecclesiale nel I secolo d. C., ed è stato sempre
riconfermato dalla Chiesa nei secoli successivi fino ad oggi.
- Criteri oggettivi:
- la loro origine apostolica;
- l'assoluta fedeltà a quanto
Gesù ha detto e fatto;
- la testimonianza di coloro che furono testimoni
oculari.
IN CHE SENSO I VANGELI SONO
LlBRI ISPIRATI?
"Le verità divinamente rivelate, che sono contenute ed
espresse nei libri della sacra Scrittura, furono scritte per
ispirazione dello Spirito Santo. La santa madre Chiesa, per fede
apostolica, ritiene sacri e canonici tutti interi i libri sia del
Vecchio che del Nuovo Testamento, con tutte le loro parti,
perché scritti per ispirazione dello Spirito Santo (cfr.
Gv
20, 31; 2
Tm 3, 16); hanno Dio per autore e come
tali
sono stati consegnati alla Chiesa per la composizione dei libri sacri.
Dio scelse e si servì di uomini nel possesso delle loro
facoltà e capacità, affinché, agendo
egli in essi e per loro mezzo, scrivessero come veri autori, tutte e
soltanto quelle cose che egli voleva fossero scritte" (
Concilio Vaticano II,
Dei
Verbum, 11).
PERCHÉ I VANGELI
INSEGNANO LA VERITÀ?
Perché Dio stesso è il loro autore.
Perciò insegnano senza errore quelle verità, che
sono necessarie alla nostra salvezza. "Poiché dunque tutto
ciò che gli autori ispirati o agiografi asseriscono
è da ritenersi asserito dallo Spirito Santo, bisogna
ritenere, per conseguenza, che i libri della Scrittura insegnano con
certezza, fedelmente e senza errore la verità che Dio, per
la nostra salvezza, volle fosse consegnata nelle Sacre Scritture.
Pertanto ogni Scrittura divinamente ispirata è anche utile
per insegnare, per convincere, per correggere, per educare alla
giustizia, affinché l'uomo di Dio sia perfetto, addestrato
ad ogni opera buona" (
Concilio
Vaticano II,
Dei Verbum, 11).
QUALI SONO ALCUNE DELLE
CARATTERISTICHE DEI SINGOLI VANGELI?
- Vangelo secondo Marco:è
ritenuto il
più antico dei quattro Vangeli: risale all'anno 64 d.C. ,
ovvero
34 anni dopo la data probabile della morte di Gesù. Ha
un tono più narrativo: ricco di particolari, dipinge
efficacemente la Palestina dell'epoca di Gesù. I destinatari
dell'opera erano i cristiani non ebrei, probabilmente quelli di Roma.
L'autore è il Marco conosciuto da Pietro, che più
tardi ha accompagnato Paolo e Barnaba. Il vangelo di Marco è
contrassegnato dalla 'via': il viaggio di Gesù verso
Gerusalemme, verso l'adempimento del mistero pasquale.
- Vangelo secondo Matteo: era
destinato ad un pubblico di origine ebraica. Lo si evince dalla
frequenza con cui sono riportate le citazioni dall' Antico Testamento.
Secondo la tradizione cristiana, l'autore sarebbe uno dei dodici
Apostoli, in certi passi chiamato Matteo (l'esattore delle tasse), in
altri Levi. Questo Vangelo, ricco di parabole e di 5 grandi discorsi di
Gesù, tra cui il celeberrimo discorso della montagna
(5,1-7, 29), è generalmente considerato come il testo
più ricco di valore morale e che per secoli ha ispirato
genti di ogni cultura e religione.
- Vangelo secondo Luca: è
un tutt'uno con gli Atti degli Apostoli. Scritti dallo stesso autore,
presentano il medesimo stile e hanno lo stesso destinatario, un certo
Teofilo, del quale non si hanno ulteriori notizie (il nome, in greco,
significa Amico di Dio). Secondo la tradizione,
l'autore è Luca, compagno di San Paolo in alcuni dei suoi
viaggi. Il cuore dell'opera è l'attività di
Gesù a Gerusalemme, la predicazione dell'inizio di una nuova
era, il riscatto degli uomini e l'amore per i poveri.
- Vangelo secondo Giovanni:
è molto diverso, anche stilisticamente, rispetto agli altri.
Ci sono molte meno parabole, meno miracoli, non vi è accenno
all'istituzione dell'Eucaristia, al Padre nostro, alle beatitudini.
Compaiono invece nuove espressioni per indicare Gesù (ad es.
Verbo di Dio). Secondo la tradizione l'autore è l'Apostolo
Giovanni, quello prediletto da Gesù, autore anche dell'
Apocalisse. Un grande scrittore cristiano del III secolo, Origene,
definiva così il quarto Vangelo: «il fiore di
tutta la Sacra Scrittura è il Vangelo e il fiore del Vangelo
è quello trasmesso a noi da Giovanni, il cui senso profondo
e riposto nessuno mai potrà pienamente
cogliere».
QUALI CARATTERISTICHE PRESENTANO
I VANGELI NEL LORO INSIEME?
- Circa le Fonti,
occorre rilevare:
- l'accurata ricerca di fatti storici.
Così si esprime al riguardo Luca all'inizio del suo Vangelo:
"Poiché molti han posto mano a stendere un racconto degli
avvenimenti successi tra di noi, come ce li hanno trasmessi coloro che
ne furono testimoni fin da principio e divennero ministri della parola,
così ho deciso anch'io di fare ricerche accurate su ogni
circostanza fin dagli inizi e di scriverne per te un resoconto
ordinato, illustre Teòfilo, perché ti possa
rendere conto della solidità degli insegnamenti che hai
ricevuto" (1, 1-4);
- la testimonianza oculare e l'esperienza
sorprendente, nuova, di alcune persone che hanno vissuto con
Gesù.
- Circa il Contenuto:
- i Vangeli si completano a vicenda, evidenziando
ciascuno alcuni aspetti particolari dell'insegnamento e dell'operato di
Cristo. Le differenziazioni che ci sono tra un Vangelo e
l’altro non intaccano la sostanziale storicità
della persona di Gesù, di quanto egli ha detto e fatto;
- non solo contengono la Parola di Dio, ma sono essi
stessi Parola di Dio: Parola di Dio in parola umana. In quanto opera
umana, i Vangeli vanno studiati con criteri scientifici (di critica
letteraria e storica), ma in quanto Parola di Dio, vanno letti anche e
soprattutto con criteri di fede;
- Gesù Cristo è il contenuto
centrale, il dato primordiale e permanente, il centro stabile che
unifica, dà solidità ai Vangeli, i quali sono
l'eco fedele di quanto Gesù ha detto e fatto. I Vangeli sono
un libro solo e quest'unico libro è Cristo. Egli
è il rivelatore definitivo del Padre con il suo stesso
essere, con le parole e le opere, con i miracoli, con la sua Morte e
Risurrezione, con il dono dello Spirito Santo;
- la fede cristiana non è
«una religione del Libro», ma della
Parola di Dio, che non è «una parola scritta
e muta, ma il Verbo incarnato e vivente» (san Bernardo
di Chiaravalle);
- c'è un contenuto comune nel presentare i
fatti principali della vita di Gesù: Gesù vien
presentato nei suoi lineamenti principali, nelle costanti del suo
insegnamento e comportamento, nei momenti fondamentali della sua vita
pubblica, nella sua assoluta novità e
originalità: "Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in
mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal
Padre, pieno di grazia e di verità" (Gv
1, 14).
- Circa l'Interpretazione
degli eventi: essa viene fatta alla
luce della Risurrezione di Gesù e messa a servizio della
vita dei credenti e della Chiesa. I Vangeli furono scritti nella
certezza che Gesù morto sulla croce è risorto,
quindi è sempre vivo e presente nella Chiesa. Ora per
conoscere il Risorto occorre rivolgersi alla vita e all'insegnamento
passati di Gesù, ma non semplicemente in quanto passati, ma
per illuminare con questo passato Cristo attualmente vivo.
- Circa la Finalità,
i Vangeli:
- non si prefiggono di offrirci una biografia di
Gesù. Gli autori sacri, come già la tradizione
prima di essi, non hanno interesse a conoscere in dettaglio la
descrizione degli eventi della vita di Gesù. I dettagli
presenti nel testo non servono alla descrizione cronistica del fatto;
- neppure offrono risposte a problemi di storia o di
scienza: la verità che Gesù comunica è
per la nostra salvezza. I Vangeli riportano fatti e detti di
Gesù, ritenuti importanti per il loro significato salvifico;
- si propongono invece di esprimere e suscitare la
fede nel Signore Gesù. Essendo trasmessa da credenti per
suscitare e nutrire la fede, la tradizione evangelica porta
l'attenzione al significato che hanno per la fede questi eventi. Quindi
la verità di un racconto non sta nell'esatto resoconto di un
fatto, ma nel cogliere il senso, il valore, la lezione contenuta nel
fatto.
QUALE UNITÀ ESISTE
FRA ANTICO E NUOVO TESTAMENTO?
"La Scrittura è una, in quanto unica è la Parola
di Dio, unico il progetto salvifico di Dio, unica l'ispirazione divina
di entrambi i Testamenti. L'Antico Testamento prepara il Nuovo e il
Nuovo dà compimento all' Antico: i due si illuminano a
vicenda.
QUALE FUNZIONE HA LA SACRA
SCRITTURA NELLA VITA DELLA CHIESA?
La Sacra Scrittura dona sostegno e vigore alla vita della Chiesa.
È, per i suoi figli, saldezza della fede, cibo e sorgente di
vita spirituale. È l'anima della teologia e della
predicazione pastorale. Dice il Salmista: essa è
«lampada per i miei passi, luce sul mio
cammino» (
Sal 119, 105). La Chiesa
esorta perciò alla frequente lettura della Sacra Scrittura,
perché «l'ignoranza delle Scritture
è ignoranza di Cristo» (San Girolamo)" (
Compendio del CCC ,
23-24).
CHE COSA SONO I VANGELI
APOCRIFI?
- Dal II secolo in avanti (quindi a distanza di tempo
dagli eventi narrati) nascono altri vangeli, detti apocrifi (come il
Vangelo di Tommaso, di Filippo, di Pietro, il Protovangelo di
Giacomo…). Essi:
- nascono (ad es. i vangeli gnostici) nel contesto di
correnti teologiche giudicate eretiche dalla Chiesa del tempo;
- alcuni contengono delle verità, altri
presentano
amplificazioni fantasiose rispetto ai Vangeli canonici e un gusto
teatrale proprio di un cristianesimo popolare;
- in molti casi, si prefiggono di colmare i silenzi
dei 4 Vangeli su certi periodi della vita di Gesù (in
particolare dei suoi primi trent'anni), dando largo spazio alla
fantasia e all'invenzione;
- mostrano un interesse particolare per gli aspetti
strepitosi dei miracoli, per l'infanzia di Gesù, per le
vicende degli Apostoli non menzionati nel libro degli Atti
degli Apostoli ;
- alcuni di essi addirittura non parlano della Morte
e Risurrezione di Cristo.
- Per questi motivi, a differenza dei quattro vangeli
canonici, non sono stati riconosciuti come ispirati dalla Chiesa, la
quale, appena furono scritti, li ha rifiutati giudicandoli come
inattendibili e anzi dannosi.
- Ciò nonostante, hanno avuto una certa
influenza nella tradizione e nell'iconografia: ad esempio la presenza
del bue e dell'asinello nella grotta della Natività e il
nome dei genitori di Maria (Gioacchino e Anna) ci giungono proprio dal
protovangelo di Giacomo, il più famoso. Altri testi apocrifi
sono venuti recentemente alla luce, come il vangelo di Didimo Giuda
Tommaso.
- E' necessario ricordare che i 4 Vangeli autentici
sono precedenti ai vangeli apocrifi. Il Vangelo di Giovanni, che
è l'ultimo dei quattro, fu composto verso il 90-95, molti
decenni prima che alcuni autori scrivessero i vangeli apocrifi.
ESISTONO TESTIMONIANZE
EXTRABIBLICHE CHE AVVALORANO IL CONTENUTO DEI VANGELI?
Ne esistono varie:
- La prima è quella di Plinio il Giovane,
che fu proconsole della Bitinia negli anni 111-113 d.C., e che in una
delle epistole inviate all’imperatore Traiano scrive che i
cristiani erano “soliti riunirsi prima dell’alba e
intonare a cori alterni un inno a Cristo come se fosse un
dio”. Quindi, afferma che erano convinti della
divinità del Cristo.
- Svetonio, invece, nella sua opera “Vita dei
dodici Cesari”, riferendo un fatto accaduto intorno al 50
d.C., afferma che Claudio “espulse da Roma i Giudei che per
istigazione di Cresto erano continua causa di disordine”
(Vita Claudii XXIII, 4). Svetonio scrisse
“Chrestus” in luogo di
“Christus”, non conoscendo la differenza tra giudei
e cristiani, e per la somiglianza tra Chrestòs, che era un
nome greco molto comune, e Christòs che voleva dire l'
“unto”, il “Messia”. Quindi
esistevano a Roma giudeo cristiani e – direi –
ebrei non convertiti che disputavano fra di loro su Cristo e che
potevano apparire agli occhi dell’autorità romana
come causa di disordine pubblico.
- C'è poi la testimonianza dello storico
romano Tacito che negli Annali narra dell'incendio
scoppiato a Roma nel
64 d.C., di cui fu accusato l'imperatore Nerone, il quale fece di tutto
“per far cessare tale diceria”, e per questo
“si inventò dei colpevoli e sottomise a pene
raffinatissime coloro che la plebaglia, detestandoli a causa delle loro
nefandezze, denominava cristiani”. Tacito afferma inoltre che
l'“origine di questo nome era Cristo, il quale sotto l'impero
di Tiberio era stato condannato al supplizio dal procuratore Ponzio
Pilato; e, momentaneamente sopita, questa esiziale superstizione di
nuovo si diffondeva, non solo per la Giudea, focolare di quel morbo, ma
anche a Roma, dove da ogni parte confluisce e viene tenuto in onore
tutto ciò che vi è di turpe e di
vergognoso” (Ann. XV, 44).
QUALI SONO I CRITERI DI LETTURA
DEI VANGELI?
- Occorre anzitutto "ricercare con attenzione che cosa
gli agiografi hanno veramente voluto affermare e che cosa è
piaciuto a Dio manifestare con le loro parole. Per comprendere l'intenzione
degli autori sacri, si deve tener conto delle condizioni del
loro tempo e della loro cultura, dei «generi
letterari» allora in uso, dei modi di intendere, di
esprimersi, di raccontare, consueti nella loro epoca" (CCC, 109-110).
- Essendo i Vangeli ispirati, c'è un altro
principio di retta interpretazione, non meno importante del precedente,
senza il quale la Scrittura resterebbe «lettera
morta»: «La Sacra Scrittura deve essere
letta e interpretata con l'aiuto dello stesso Spirito mediante il quale
è stata scritta» (Concilio
Vaticano II, Dei Verbum, 12). Il
Concilio Vaticano II indica tre criteri per una
interpretazione della Scrittura conforme allo Spirito che l'ha
ispirata: 1) attenzione al contenuto e all'unità di tutta la
Scrittura; 2) lettura della Scrittura nella Tradizione viva della
Chiesa; 3) rispetto dell'analogia della fede, cioè della
coesione delle verità della fede tra di loro.
- I Vangeli vanno interpretati sotto la guida del
Magistero della Chiesa, al quale spetta interpretare autenticamente il
deposito della fede. "L'interpretazione autentica di tale deposito
compete al solo Magistero vivente della Chiesa, e cioè al
Successore di Pietro, il Vescovo di Roma, e ai Vescovi in comunione con
lui. Al Magistero, che nel servire la Parola di Dio gode del carisma
certo della verità, spetta anche definire i dogmi, che sono
formulazioni delle verità contenute nella Rivelazione
divina. Tale autorità si estende anche alle
verità necessariamente collegate con la Rivelazione" (Compendio del CCC ,
16).
- I Vangeli vanno letti tenendo presente
l'unità globale del progetto divino, che si attua nella
storia e che Dio ha rivelato in maniera piena e definitiva nel Suo
Figlio Unigenito Gesù Cristo.
IN QUALE MODO LEGGERE I VANGELI?
- Anzitutto una citazione evangelica va letta
così:
Mt 3, 1-4 significa: libro di Matteo,
capitolo 3, dal versetto 1 al
versetto 4.
- La lettura dei Vangeli può essere compiuta
in modo individuale o comunitario, di uno o più passi, di
una o più pagine. Tale lettura va fatta con attenzione,
senza sorvolare ciò che sembra secondario, interpretando
correttamente il senso del testo biblico. E si sviluppa, grazie
all'aiuto dello Spirito, in meditazione, contemplazione e preghiera.
- Meditazione (Meditatio):
ciò che è stato letto va confrontato con i passi
biblici paralleli e applicato alla vita personale, prendendo un impegno
concreto;
- Contemplazione (Contemplatio):
è il momento della riflessione, del silenzio e
dell'adorazione, fino ad avvertire la viva presenza di Dio;
- Preghiera (Oratio):
è il momento della lode e dell'intercessione. Il discepolo
condivide con altri fratelli la sua fede e prega secondo quanto
l'incontro con Dio in quel brano della Scrittura gli ha suggerito.
Tutto questo può avvenire anche in un contesto di una sobria
celebrazione comunitaria. "La lettura della sacra Scrittura dev'essere
accompagnata dalla preghiera, affinché possa svolgersi il
colloquio tra Dio e l'uomo"(Concilio
Vaticano II, Dei Verbum, 25).
- E' necessario anche tener presenti alcune esigenze
per leggere bene i Vangeli:
- conoscenza del linguaggio evangelico e attenzione
al senso letterale, individuando anche lo scopo, l'argomento e la
disposizione del testo. A tal fine è necessario ricorrere
agli strumenti di una corretta esegesi, per non cadere in
interpretazioni arbitrarie;
- lettura e rilettura incessante del testo evangelico
per acquisire una certa familiarità con il suo orizzonte
complessivo. A tal fine è utile confrontare un brano con
altri testi della Bibbia. L'unità della S. Scrittura, che
rappresenta l'unità del disegno salvifico, chiede che un
singolo brano sia letto nel contesto di altri, confrontato con altri;
che l'Antico Testamento sia letto alla luce del Nuovo, ma anche il
Nuovo Testamento sia letto alla luce dell'Antico per riconoscere la
"pedagogia di Dio", in quanto esso non può essere compreso
al di fuori di una stretta relazione con l'Antico Testamento e con la
tradizione ebraica che lo trasmetteva;
- lettura attualizzante: è necessario
attualizzare il testo biblico nel nostro tempo. Attraverso la lettura
del passato, lo Spirito ci aiuta a discernere il senso che egli stesso
va donando ai problemi e avvenimenti del nostro tempo, abilitandoci a
leggere la Bibbia con la vita e la vita con la Bibbia;
- attenzione ai sensi della S. Scrittura, e quindi
dei Vangeli.
QUALI SONO I SENSI DELLA
SCRITTURA?
"Secondo un'antica tradizione, si possono distinguere due sensi della
Scrittura: il senso letterale e quello spirituale, suddiviso
quest'ultimo in senso allegorico, morale e anagogico. La piena
concordanza dei quattro sensi assicura alla lettura viva della
Scrittura nella Chiesa tutta la sua ricchezza.
- Il senso letterale. È
quello significato dalle parole della Scrittura e trovato attraverso l'
esegesi che segue le regole della retta interpretazione.
«Omnes [Sacrae Scripturae] sensus fundentur
super unum, scilicet litteralem - Tutti i sensi della Sacra
Scrittura si basano su quello letterale».
- Il senso spirituale. Data
l'unità del disegno di Dio, non soltanto il testo della
Scrittura, ma anche le realtà e gli avvenimenti di cui parla
possono essere dei segni. Esso comprende:
- Il senso allegorico. Possiamo
giungere ad una comprensione più profonda degli avvenimenti
se riconosciamo il loro significato in Cristo; così, la
traversata del Mar Rosso è un segno della vittoria di
Cristo, e quindi del Battesimo;
- Il senso morale. Gli
avvenimenti narrati nella Scrittura possono condurci ad agire
rettamente. Sono stati scritti «per ammonimento
nostro» (1 Cor 10, 11);
- Il senso anagogico. Possiamo
vedere certe realtà e certi avvenimenti nel loro significato
eterno, che ci conduce verso la nostra Patria. Così la
Chiesa sulla terra è segno della Gerusalemme celeste.
- Un distico medievale riassume bene il significato dei
quattro sensi: la lettera insegna i fatti, l'allegoria che cosa
credere, il senso morale che cosa fare, e l'anagogia dove tendere (Littera
gesta docet, quid credas allegoria. Moralis quid agas, quo tendas
anagogia)" (CCC, 115-118).