sabato 8 febbraio 2014

Cristo

Il Corpo di Cristo
Noi non lo abbiamo conosciuto nella carne, e tuttavia ci è stato concesso di mangiare la sua carne e di essere membra del suo corpo. S.Agostino

Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.
Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno
e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo. Gv.6,51

Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.  Gv.6,54

Durante l'ultima cena,
proprio nel momento della consumazione dell'inganno,
Gesù rovescia la storia del mondo:
dona se stesso di propria iniziativa,
si consegna prima che altri lo consegnino.
L'amore riscatta il male e lo muta in possibilità di bene.
L'Eucaristia che celebriamo ogni domenica
è figlia di questo miracolo:
dal male Dio crea il bene e la salvezza di ogni uomo.
E' dall'Eucaristia che nasce ed è formata la Chiesa.
Di essa la Chiesa vive.
Di questo " pane vivo " si nutre.
L'Eucaristia è fonte e apice di tutta la vita cristiana
e in essa è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa.
Tutta la liturgia della Chiesa trova il suo centro
e la sua più densa espressione
nella celebrazione di questo sacramento.
Nostra Pasqua e pane vivo,
mediante la sua carne vivificata dallo Spirito Santo,
dà la vita agli uomini.
Mediante questo sacramento ci uniamo a Cristo,
il quale ci rende partecipi del suo Corpo e del suo Sangue
per formare un solo corpo.
Infatti sotto le apparenze del pane e del vino,
sono realmente presenti il Corpo,
il Sangue, l'Anima e la Divinità
del nostro Signore Gesù Cristo,
per il nutrimento delle anime.
L'Eucaristia è il sacramento più importante,
in quanto è Gesù stesso.
Da Cristo infatti discendono tutti i sacramenti.
E' il sacramento che ci dona la reale presenza di Lui,
vivo in mezzo a noi.
Ogni volta che partecipiamo all'Eucaristia e facciamo la comunione
siamo misteriosamente ma realmente uniti a Gesù,
che cammina con noi e ci fa partecipi della sua vita divina,
quella che rende anche noi figli di Dio.
" Quì c'è il tesoro della Chiesa,
il cuore del mondo,
il pegno del traguardo a cui ogni uomo,
anche inconsapevolmente anela;
nell'umile segno del pane e del vino,
Cristo cammina con noi,
quale nostra forza e nostro viatico,
e ci rende per tutti testimoni di speranza."
Giovanni Paolo II
Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in ricordo di me.  Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi.    Lc.22,19-20
PREGHIERA DAVANTI AL SS.SACRAMENTO
O dolcissimo Gesù, presente nel SS.Sacramento,
volgi il tuo sguardo misericordioso
a noi che umilmente ci inginocchiamo davanti al tuo altare.
Tutto il mondo Ti appartiene, e noi,
per poter vivere nella tua grazia,
vogliamo consacrarci al tuo sacratissimo cuore.
Gesù, Tu sei il Re dell'Universo,
e vorremmo che tutti gli uomini vivessero vicino a Te,
facendoti corona, con l'amore, la pietà e la preghiera.
Gesù donaci la pace.
PREGHIERA DAVANTI AL SS.SACRAMENTO
Santa Faustina Kovalska
Ti adoro Creatore e Signore nostro nel SS.Sacramento.
Ti adoro per tutte le opere delle tue mani,
nelle quali si rivela tanta sapienza, bontà e misericordia.
O Signore, hai seminato tanta bellezza sulla terra
ed essa mi parla della tua bellezza,
benchè sia soltanto un pallido riflesso di te,
Bellezza inconcepibile.
E sebbene ti sia nascosto e ti tenga occultato
ed abbia nascosto la tua bellezza,
il mio occhio illuminato dalla fede ti raggiunge
e la mia anima riconosce il suo Creatore,
suo sommo bene,
ed il mio cuore si immerge totalmente
in una preghiera di adorazione.
O mio Creatore e Signore,
la tua bontà m'incoraggia a parlarti,
la tua misericordia fa scomparire fra di noi
l'abisso che separa il Creatore dalla creatura.
E' una delizia per il mio cuore parlare con te, o Signore.
In te trovo tutto ciò che il mio cuore può desiderare.
Qui la tua luce illumina il mio intelletto
e lo rende a conoscerti sempre più profondamente.
Qui sul mio cuore scendono torrenti di grazie,
qui la mia anima attinge la vita eterna.
O mio Creatore e Signore,
tu solo oltre a questi doni mi dai te stesso
e ti unisci strettamente alla tua misera creatura.
Qui i nostri cuori si comprendono senza ricorrere alle parole,
qui nessuno è in grado di interrompere il nostro colloquio.
Quello di cui parlo con te, o Gesù, è un nostro segreto,
di cui le creature non saranno messe al corrente...,
Si tratta di perdoni segreti,
che conosciamo solo Gesù e io;
è un segreto della sua misericordia
che abbraccia singolarmente ogni anima.
Per questa tua inconcepibile bontà,
ti adoro, o Creatore e Signore,
con tutto il cuore e con tutta l'anima.
E benchè questa mia adorazione sia tanto misera ed insignificante,
tuttavia sono tranquilla perchè so
che tu conosci che essa è sincera, sebbene così inadeguata.
COMUNIONE SPIRITUALE
Gesù mio, credo che Tu sei nel SS.Sacramento dell'Altare.
Ti amo sopra ogni cosa e ti desidero nell'anima mia.
Giacchè ora non posso riceverti sacramentalmente,
vieni almeno spiritualmente nel mio cuore...(breve pausa)
Come già avvenuto, ti abbraccio e tutto mi unisco a Te:
non permettere che mi separi da Te.
ATTO DI ADORAZIONE
San Francesco
Ti adoriamo santissimo Signore Gesù Cristo,
qui e in tutte le chiese del mondo
e ti benediciamo perchè,
per mezzo della tua santa Croce,
hai redento il mondo.
O SACRO CONVITO
O Sacro convito,
in cui Cristo è nostro cibo,
si perpetua il memoriale della sua Pasqua,
l'anima è ricolma di grazia
e a noi viene dato il pegno della gloria futura.
PREGHIERA PRIMA DELLA S.COMUNIONE
E' tanto vivo in me il desiderio di riceverti, Gesù,
che in questo momento mi sento confuso e indegno.
Tu che sai leggere nel mio cuore,
conosci la gioia di questa attesa.
Vieni presto, affinchè io possa restare con te,
perchè tanto ti amo.
PREGHIERA ALLA MADONNA
PRIMA DELLA S.COMUNIONE
O santa Madre di Dio e madre nostra dolcissima,
con la tua potente intercessione
fa che io riceva degnamente il mio Signore Gesù Cristo
e che cibandomi quotidianamente del Pane Eucaristico,
mi fortifichi sempre meglio nella virtù
e meriti di avanzare nella via di Dio.
TI RINGRAZIO, SIGNORE
DOPO LA S. COMUNIONE
Ti ringrazio, o Signore,
perchè ti sei degnato di nutrirmi
col prezioso Corpo del tuo figlio Gesù Cristo.
Fa che questa comunione sia un'arma per la mia fede,
uno scudo per la mia volontà;
mi liberi dai vizi, mi difenda dalle tentazioni,
aumenti in me la carità e tutte le altre virtù.
Ti prego di condurmi a quell'ineffabile banchetto,
dove tu, insieme col Figlio e con lo Spirito Santo,
sei per i tuoi eletti gioia completa e perfetta felicità. Amen
CORONCINA A GESU' EUCARISTIA
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre, Credo
Invocazioni allo Spirito Santo:
Vieni, Spirito Santo, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce.
Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori.
Consolatore perfetto; ospite dolce dell'anima, dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo, nella calura, riparo, nel pianto, conforto,
O luce beatissima, invadi nell'intimo il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza, nulla è nell'uomo, nulla senza colpa.
Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato.
Dona ai tuoi fedeli, che solo in te confidano, i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna. Amen.
O Gesù, re delle genti e dei secoli,
accogli l'Adorazione e la lode che noi,
tuoi fratelli di adorazione, umilmente ti tributiamo.
Tu sei "il Pane vivo disceso dal cielo, che dà la vita al mondo";
sommo sacerdote e vittima, ti sei immolato sulla croce
in sacrificio di espiazione all'Eterno Padre per la redenzione del genere umano,
ed ora ti offri quotidianamente sui nostri altari,
al fine di instaurare in ogni cuore il tuo "regno di verità e di vita,
di santità e di grazia, di giustizia, di amore e di pace".
O "Re della gloria", venga, dunque, il tuo Regno.
Padre nostro, Ave Maria, Gloria al Padre
O Gesù, Pane vivo disceso dal cielo che dai la vita al mondo,
regna dal tuo "trono di grazia" nel cuore dei fanciulli,
perché conservino immacolato il giglio dell'innocenza battesimale.
Regna nel cuore dei giovani, affinché crescano sani e puri,
docili alla voce di coloro che ti rappresentano in famiglia, nella scuola,
nella Chiesa. Regna nelle case delle famiglie,
affinché genitori e figli vivano concordi nell'osservanza della tua santa legge.
Padre nostro, Ave Maria, Gloria al Padre
O Pane divino, disceso dal cielo, per dare la vita al mondo.
O pastore amabile delle anime nostre, dal tuo trono di gloria,
ravviva le famiglie e i popoli con la tua grazia.
Fa che i tuoi figli rimangano stretti a te nella fermezza della fede,
nella certezza della speranza, nell'ardore della carità.
Dall'altare, ove perennemente rinnovi il tuo sacrificio,
sii sempre per tutti il maestro, il consolatore, il salvatore.
Colui che dà il nutrimento che preserva dalla corruzione e dalla morte.
Padre nostro, Ave Maria, Gloria al Padre
O Pane vivo disceso dal cielo per dare la vita al mondo.
Ti raccomandiamo i malati, i poveri, gli indigenti
e quanti chiedono pane e lavoro; ti preghiamo per le famiglie,
affinché siano centri fecondi di vita cristiana;
ti presentiamo i giovani affinché, preservati dai pericoli,
si preparino con serietà e gioia ai doveri della vita;
ti preghiamo per i sacerdoti, i seminaristi, le anime consacrate,
per gli educatori e i lavoratori.
Su tutti discenda l'abbondanza della tua grazia.
Padre nostro, Ave Maria, Gloria al Padre
O Gesù eucaristico, fa che tutti i popoli ti servano liberamente,
consapevoli che "servire a Dio è regnare".
Il tuo Sacramento, o Gesù, sia luce alle menti,
forza alle volontà, attrazione dei cuori.
Sia esso sostegno ai deboli, conforto ai sofferenti,
viatico di salvezza ai morenti; e a tutti "pegno di gloria futura".
Padre nostro, Ave Maria, Gloria al Padre
O Signore Gesù, Sacramento dell'unità della Chiesa,
continua a darci questo pane quotidiano che è lo stesso tuo Corpo,
questo vino che è il tuo Sangue prezioso, a conferma della nostra unità.
Noi ti supplichiamo per il nostro Pontefice
e per quanti appartengono all'ordine ecclesiastico:
mantienili in perfetta fedeltà di mente e di cuore.
Alla tua Chiesa, o Signore, concedi benevolo i doni dell'unità e della pace,
misticamente adombrati nella nostra oblazione.
Così il Signore ci ascolti e ci benedica.
Padre nostro, Ave Maria, Gloria al Padre
O Gesù, vero pane, unico e solo cibo sostanzioso delle anime,
raccogli tutti i popoli attorno alla tua mensa:
essa è divina realtà sulla terra, e garanzia di benevolenze celesti.
Nutrìti da te e di te, o Gesù, gli uomini saranno forti nella fede,
gioiosi nella speranza, operosi nella carità.
Le volontà sapranno superare le insidie del male,
le tentazioni dell'egoismo, le stanchezze della pigrizia.
Agli occhi degli uomini retti e timorati,
apparirà la visione della terra dei viventi,
di cui la Chiesa militante vuol essere l'immagine.
Padre nostro, Ave Maria, Gloria al Padre
O Gesù, guardaci dal tuo Sacramento.
A te, cibo delle anime, accorre il tuo popolo.
Fratello primogenito dell'uomo redento,
tu hai preceduto i passi di ciascun uomo, hai perdonato le colpe di ognuno,
hai sollevato tutti a più nobile, più convinta,
più operosa testimonianza di vita.
Ti preghiamo, Gesù: tu nutrici, difendici
e mostraci il bene sulla terra dei viventi.
Padre nostro, Ave Maria, Gloria al Padre

O Signore Gesù, continua a donarci il tuo stesso Corpo.
Noi ti supplichiamo per il ritorno delle pecorelle sbandate all'unità dell'ovile;
per quanti sono fuorviati e vaganti nelle tenebre dell'errore,
perché siano condotti alla luce del Vangelo.
Ti supplichiamo, Signore, anche per l'unità dei figli di Dio,
per la pace delle singole nazioni, per l'universo intero,
di cui tu sei il salvatore e datore di libertà.
Ascoltaci, Signore e donaci la tua benedizione.
Padre nostro, Ave Maria, Gloria al Padre

Preghiamo:
Signore Gesù Cristo,
che nel mirabile sacramento dell'Eucaristia
ci hai lasciato il memoriale della tua Pasqua,
fa' che adoriamo con viva fede il santo mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue,
per sentire in noi i benefici della redenzione.
Tu sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli. Amen.

I Sommi Pontefici Romani

 
IL SANTO PADRE

Il romano Pontefice, quale successore di Pietro, è il perpetuo e visibile principio e fondamento dell'unità sia dei vescovi sia della moltitudine dei fedeli.
LUMEN GENTIUM, 23

Francesco
Benedetto XVI
Giovanni Paolo II
Giovanni Paolo I
Paolo VI
Giovanni XXIII
Pio XII
Pio XI
Benedetto XV
Pio X
Leone XIII
La Curia Romana
Nell'esercizio della sua suprema, piena ed immediata potestà sopra tutta la Chiesa, il romano Pontefice si avvale dei dicasteri della curia romana, che perciò compiono il loro lavoro nel suo nome e nella sua autorità, a vantaggio delle Chiese e al servizio dei sacri pastori.

CHRISTUS DOMINUS, 9


Meditazione del giorno 08/02/2014

Sabato della IV settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
Santa Faustina Kowalska (1905-1938), religiosa
« Gesù vide molta folla e si commosse per loro »
 
L’amore divino è il fiore e la misericordia è il frutto. L’anima che dubita legga queste considerazioni sulla misericordia, e avrà fiducia:
Misericordia divina, che sgorghi dal seno del Padre, confido in te.
Misericordia divina, il più grande attributo di Dio, confido in te.
Misericordia divina, mistero inconcepibile confido in te.
Misericordia divina, fonte zampillante dal mistero della Santa Trinità, confido in te.
Misericordia divina, insondabile per qualsiasi spirito, sia umano che angelico, confido in te.
Misericordia divina, da cui sgorgano la vita e la beatitudine, confido in te.
Misericordia divina, più alta dei cieli, confido in te.
Misericordia divina, fonte di miracoli e di meraviglie, confido in te.
Misericordia divina, che avvolgi l’universo intero, confido in te.
Misericordia divina, venuta nel mondo nella persona del Verbo incarnato, confido in te.
Misericordia divina, che sgorghi dalla ferita aperta del Cuore di Gesù, confido in te.
Misericordia divina, contenuta nel Cuore di Gesù per noi e particolarmente per i peccatori, confido in te.
Misericordia divina, insondabile nell’istituzione della santa Eucaristia, confido in te.
Misericordia divina, che hai fondato la Santa Chiesa, confido in te.
Misericordia divina, nel sacramento del santo Battesimo, confido in te.
Misericordia divina, nostra santificazione per mezzo di Gesù Cristo, confido in te.

La parola del giorno 08/02/2014

Sabato della IV settimana delle ferie del Tempo Ordinario

Primo libro dei Re 3,4-13.
Il re andò a Gàbaon per offrirvi sacrifici perché ivi sorgeva la più grande altura. Su quell'altare Salomone offrì mille olocausti.
In Gàbaon il Signore apparve a Salomone in sogno durante la notte e gli disse: "Chiedimi ciò che io devo concederti".
Salomone disse: "Tu hai trattato il tuo servo Davide mio padre con grande benevolenza, perché egli aveva camminato davanti a te con fedeltà, con giustizia e con cuore retto verso di te. Tu gli hai conservato questa grande benevolenza e gli hai dato un figlio che sedesse sul suo trono, come avviene oggi.
Ora, Signore mio Dio, tu hai fatto regnare il tuo servo al posto di Davide mio padre. Ebbene io sono un ragazzo; non so come regolarmi.
Il tuo servo è in mezzo al tuo popolo che ti sei scelto, popolo così numeroso che non si può calcolare né contare.
Concedi al tuo servo un cuore docile perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male, perché chi potrebbe governare questo tuo popolo così numeroso?".
Al Signore piacque che Salomone avesse domandato la saggezza nel governare.
Dio gli disse: "Perché hai domandato questa cosa e non hai domandato per te né una lunga vita, né la ricchezza, né la morte dei tuoi nemici, ma hai domandato per te il discernimento per ascoltare le cause,
ecco faccio come tu hai detto. Ecco, ti concedo un cuore saggio e intelligente: come te non ci fu alcuno prima di te né sorgerà dopo di te.
Ti concedo anche quanto non hai domandato, cioè ricchezza e gloria come nessun re ebbe mai.


Salmi 119(118),9.10.11.12.13.14.
Come potrà un giovane tenere pura la sua via?
Custodendo le tue parole.
Con tutto il cuore ti cerco:
non farmi deviare dai tuoi precetti.

Conservo nel cuore le tue parole
per non offenderti con il peccato.
Benedetto sei tu, Signore;
mostrami il tuo volere.

Con le mie labbra ho enumerato
tutti i giudizi della tua bocca.
Nel seguire i tuoi ordini è la mia gioia
più che in ogni altro bene.



Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 6,30-34.
Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato.
Ed egli disse loro: «Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un pò». Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare.
Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte.
Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città cominciarono ad accorrere là a piedi e li precedettero.
Sbarcando, vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

Vangelo secondo Matteo

Dispute sabbatiche (12, 1-14)
Il sabato era uno dei precetti divini più chiari, più indiscussi, quasi la tessera di riconoscimento del vero credente. La sua osservanza era rigidamente regolata. Naturalmente si ammettevano eccezioni per motivi di particolare gravità: portare aiuto a un uomo in pericolo, o a una donna colta dai dolori del parto o in caso di incendio e così via. Ma si trattava sempre di eccezioni a una regola, per Gesù invece è cambiata la regola. Egli afferma che il bene dell’uomo si pone al di sopra dell’osservanza del sabato, e questo non soltanto nel caso di pericolo di vita: “E’ permesso fare del bene anche di sabato”. Gesù proclama il valore assoluto dell’amore: è lui il profeta autorizzato a dirci che cosa Dio vuole e che cosa non vuole, cosa ritiene più importante e che cosa meno importante: “Il Figlio dell’uomo è signore del sabato”. Per Dio la cosa più importante è l’uomo, il bene dell’uomo: “Ora io vi dico che qui c’è qualcosa più grande del tempio” (12,6) – “Quanto è più prezioso un uomo di una pecora (12,12). E questo è veramente il punto più nuovo del ragionamento di Gesù. Se i sacerdoti possono infrangere le regole del sabato per svolgere il loro servizio al tempio, quanto più si possono infrangere per fare del bene all’uomo: “l’uomo è più grande del tempio”.
I farisei, invece, partendo dall’ovvio principio che Dio è  superiore all’uomo, concludevano che l’onore di Dio era da preferirsi al bene dell’uomo: prima l’onore di Dio, poi il bene dell’uomo. Anche questo sembra un ragionamento ineccepibile e invece nasconde una stortura fondamentale, un errore teologico primario. Si suppone, infatti, che l’onore di Dio (di un Dio che è amore) possa trovarsi in conflitto con il bene dell’uomo, possa realizzarsi al di fuori del bene dell’uomo. Invece la gloria di Dio è sempre – e unicamente – nel bene dell’uomo. La signoria di Dio resta indiscussa e il dovere fondamentale dell’uomo resta sempre l’obbedienza: ma la signoria di Dio si manifesta nell’amore, qui sta il suo onore. E l’osservanza del sabato deve essere una celebrazione di questo amore, non una smentita.
Lo scopo di questo sommario è di introdurre la citazione tratta da Isaia 42, 1-4, citazione che è riportata da una delle rare allusioni di Mt al segreto messianico di Mc (v. 8,4). La citazione tratta da Isaia si riferisce non solo alla missione del Servo a favore dei pagani (e questo concetto viene incluso da Matteo nella sua citazione), ma è intesa come una forte contrapposizione all’accusa dei farisei riportata nel brano successivo.
L’accusa si trova anche in Mc 3, 20-22 ma senza il racconto del miracolo. Il miracolo è descritto soltanto nei suoi elementi puramente essenziali: l’interesse è nella discussione non nel miracolo in sé. Mt aggiunge “cieco” al “muto” di Lc. L’accusa abbassa Gesù al livello di uno stregone (Beelzebul: nome tratto da 2 Re 1, 2-6, era una divinità cananea il cui nome significa “Baal il principe”, ma l’ortodossia monoteista ne ha fatto “il principe dei demoni”), esisteva, infatti, a quel tempo la concezione che tali opere prodigiose potessero essere operate con l’aiuto dei demoni.
La prima argomentazione data in risposta si basa sull’assurdità dell’accusa dei farisei. Se Gesù scaccia i demoni per virtù di Beelzebul, allora il regno di satana è destinato alla rovina a motivo della sua stessa interna lotta distruttiva. I farisei sono restii ad ammettere questa logica deduzione. Viene qui senza alcun dubbio affermato il principio che la distruzione del regno di satana avverrà alla fine dei tempi.
La seconda argomentazione, mancante in Mc, è dedotta dagli esorcismi operati da Gesù, che a differenza di quelli giudaici, fatti di lunghi e complicati riti, con numerosi contatti e formule magiche, quelli di Gesù  sono operati mediante un semplice comando, unito talvolta, a un semplice contatto fisico.
La parabola dell’uomo forte mostra che Gesù è completamente padrone dei demoni. Il brano si conclude con il detto concernente la bestemmia contro lo Spirito Santo.
A chiunque parla male del Figlio dell’uomo sarà perdonato, perché di fronte a Gesù, che si dichiara Figlio di Dio, che appare pur sempre un uomo come noi, è in qualche modo comprensibile il rifiuto, c’è posto anche per la buona fede. Ma la bestemmia contro lo Spirito Santo non verrà perdonata perché, da parte dell’uomo, c’è una chiusura alla verità, un rifiuto volontario e cosciente alla luce.
I vv. 33-37 sono stati inseriti in questo contesto perché idoneo a descrivere l’incredulità ostinata dei farisei. I detti si agganciano tutti al tema della parola in quanto rivelatrice del carattere genuino della persona. La persona cattiva non può parlare bene perché il suo cuore è cattivo. Il cuore nella Bibbia è la sede dell’intelletto e dei sentimenti. Per Gesù il primo dovere dell’uomo è di tenere pulito il proprio cuore, prima ancora di seguirne i dettami. Perché non si tratta solo di fare cose con cuore (si possono fare di cuore anche cose sbagliate), ma di fare cose che provengono da un cuore retto, capace di intuire il disegno di Dio e di valutare il giusto e l’ingiusto.
Gli scribi e i farisei chiedono a Gesù un “segno”, forse un segno più convincente di quelli compiuti finora, ma Gesù rifiuta con sdegno simile pretesa. A questa generazione, dice, non sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona profeta.
Nella interpretazione di Matteo il segno di Giona è la risurrezione, ma il pensiero volge anche in un’altra direzione: cioè il confronto fra l’accoglienza che ebbe la predicazione di Giona e l’accoglienza che ha invece la predicazione di Gesù. Il confronto si tramuta in una severa condanna e ripropone quella constatazione che l’evangelista ha più volte sottolineato: i pagani sono più disponibili alla parola di Dio degli stessi giudei.
Gesù scaccia i demoni ma essi tornano, questo significa che il tempo di satana continua e la lotta non finisce mai, anzi, sembra intensificarsi. Il discepolo non deve perciò mai sentirsi arrivato e al sicuro, immune dalla tentazione del peccato. Ma questo avvertimento di Gesù va visto anche in una prospettiva collettiva, è rivolto, infatti, a “questa generazione perversa”. Egli avverte che la sua venuta, che pure inaugura il Regno di Dio, non sottrae le generazioni alla possibilità di cadere nel dominio di satana. Di fronte alla venuta di Gesù, satana non cessa di colpire, ma intensifica i suoi attacchi, e ci si può trovare in una condizione peggiore della prima. Come appunto avviene dei suoi contemporanei.
I capitoli 11 e 12 hanno ripetutamente evidenziato la cecità di “questa generazione”, una generazione che assomiglia a quei bambini che rifiutano un gioco e anche l’altro, e che dopo aver visto tanti segni ne chiede altri. Ma accanto a questo quadro fortemente negativo c’è anche un filo positivo: all’inizio la grande figura del Battista, poi i “semplici” ai quali è piaciuto al Padre rivelare “queste cose”, e ora – a modo di conclusione – i discepoli, la vera famiglia di Gesù. L’episodio è comune a tutta la tradizione sinottica e contiene una lezione molto chiara: agli occhi di Cristo, e per appartenere al Regno, non è la parentela fisica che conta (tanto meno l’appartenenza a una razza o a un popolo), ma soltanto la fede, e precisamente una fede concreta, fatta di ascolto e di opere: “Chiunque fa la volontà del Padre mio”. 

SALMO 12

1 Al maestro del coro. Sull’ottava. Salmo. Di Davide. 2 Salvami, Signore! Non c’è più un uomo giusto;
sono scomparsi i fedeli tra i figli dell’uomo.
3 Si dicono menzogne l’uno all’altro,
labbra adulatrici parlano con cuore doppio.
4 Recida il Signore le labbra adulatrici,
la lingua che vanta imprese grandiose,
5 quanti dicono: «Con la nostra lingua siamo forti,
le nostre labbra sono con noi:
chi sarà il nostro padrone?».
6 «Per l’oppressione dei miseri e il gemito dei poveri,
ecco, mi alzerò – dice il Signore –;
metterò in salvo chi è disprezzato».
7 Le parole del Signore sono parole pure,
argento separato dalle scorie nel crogiuolo,
raffinato sette volte.
8 Tu, o Signore, le manterrai,
ci proteggerai da questa gente, per sempre,
9 anche se attorno si aggirano i malvagi
e cresce la corruzione in mezzo agli uomini.

GOCCE DI VITA

O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!  
(Lettera ai Romani, 11, 33)

La frase del giorno 08 febbraio

I matrimoni più felici e 
più riusciti sono quelli che 
uniscono un uomo una donna
e Dio

Frammenti di Cielo

Detti di Giovanni Climaco

"La preghiera è sostegno del mondo, riconciliazione con Dio, misura del progresso spirituale, giudizio del Signore prima del futuro giudizio".