lunedì 3 febbraio 2014

Meditazione del giorno 03/02/2014

Martedì della III settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Meditazione del giorno
Papa Francesco
Enciclica « Lumen Fidei/ La luce della fede » , § 58 ( © Libreria Editrice Vaticana)
 
“Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre”
    Nella parabola del seminatore, san Luca riporta queste parole con cui Gesù spiega il significato del "terreno buono": « Sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza » (Lc 8,15). … La menzione del cuore integro e buono, in riferimento alla Parola ascoltata e custodita, costituisce un ritratto implicito della fede della Vergine Maria. Lo stesso evangelista ci parla della memoria di Maria, di come conservava nel cuore tutto ciò che ascoltava e vedeva, in modo che la Parola portasse frutto nella sua vita. La Madre del Signore è icona perfetta della fede, come dirà santa Elisabetta: « Beata colei che ha creduto » (Lc 1,45).

    In Maria, Figlia di Sion, si compie la lunga storia di fede dell’Antico Testamento, con il racconto di tante donne fedeli, a cominciare da Sara, donne che, accanto ai Patriarchi, erano il luogo in cui la promessa di Dio si compiva, e la vita nuova sbocciava. Nella pienezza dei tempi, la Parola di Dio si è rivolta a Maria, ed ella l’ha accolta con tutto il suo essere, nel suo cuore, perché in lei prendesse carne e nascesse come luce per gli uomini. … Nella Madre di Gesù, infatti, la fede si è mostrata piena di frutto, e quando la nostra vita spirituale dà frutto, ci riempiamo di gioia, che è il segno più chiaro della grandezza della fede. Nella sua vita, Maria ha compiuto il pellegrinaggio della fede, alla sequela di suo Figlio (Vaticano II, LG 58). Così, in Maria, il cammino di fede dell’Antico Testamento è assunto nella sequela di Gesù e si lascia trasformare da Lui, entrando nello sguardo proprio del Figlio di Dio incarnato.

La parola del giorno 03/02/2014

Lunedì della IV settimana delle ferie del Tempo Ordinario

Secondo libro di Samuele 15,13-14.30.16,5-13a.
Arrivò un informatore da Davide e disse: "Il cuore degli Israeliti si è volto verso Assalonne".
Allora Davide disse a tutti i suoi ministri che erano con lui a Gerusalemme: "Alzatevi, fuggiamo; altrimenti nessuno di noi scamperà dalle mani di Assalonne. Partite in fretta perché non si affretti lui a raggiungerci e faccia cadere su di noi la sventura e colpisca la città a fil di spada".
Davide saliva l'erta degli Ulivi; saliva piangendo e camminava con il capo coperto e a piedi scalzi; tutta la gente che era con lui aveva il capo coperto e, salendo, piangeva.
Quando poi il re Davide fu giunto a Bacurìm, ecco uscire di là un uomo della stessa famiglia della casa di Saul, chiamato Simeì, figlio di Ghera. Egli usciva imprecando
e gettava sassi contro Davide e contro tutti i ministri del re Davide, mentre tutto il popolo e tutti i prodi stavano alla destra e alla sinistra del re.
Simeì, maledicendo Davide, diceva: "Vattene, vattene, sanguinario, scellerato!
Il Signore ha fatto ricadere sul tuo capo tutto il sangue della casa di Saul, al posto del quale regni; il Signore ha messo il regno nelle mani di Assalonne tuo figlio ed eccoti nella sventura che hai meritato, perché sei un sanguinario".
Allora Abisài figlio di Zeruià disse al re: "Perché questo cane morto dovrà maledire il re mio signore? Lascia che io vada e gli tagli la testa!".
Ma il re rispose: "Che ho io in comune con voi, figli di Zeruià? Se maledice, è perché il Signore gli ha detto: Maledici Davide! E chi potrà dire: Perché fai così?".
Poi Davide disse ad Abisài e a tutti i suoi ministri: "Ecco, il figlio uscito dalle mie viscere cerca di togliermi la vita: Quanto più ora questo Beniaminita! Lasciate che maledica, poiché glielo ha ordinato il Signore.
Forse il Signore guarderà la mia afflizione e mi renderà il bene in cambio della maledizione di oggi".
Davide e la sua gente continuarono il cammino e Simeì camminava sul fianco del monte, parallelamente a Davide, e, cammin facendo, imprecava contro di lui, gli tirava sassi e gli lanciava polvere.


Salmi 3,2-3.4-5.6-7.
Signore, quanti sono i miei oppressori!
Molti contro di me insorgono.
Molti di me vanno dicendo:
"Neppure Dio lo salva!".

Ma tu, Signore, sei mia difesa,
tu sei mia gloria e sollevi il mio capo.
Al Signore innalzo la mia voce
e mi risponde dal suo monte santo.

Io mi corico e mi addormento,
mi sveglio perché il Signore mi sostiene.
Non temo la moltitudine di genti
che contro di me si accampano.



Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 5,1-20.
Intanto giunsero all'altra riva del mare, nella regione dei Gerasèni.
Come scese dalla barca, gli venne incontro dai sepolcri un uomo posseduto da uno spirito immondo.
Egli aveva la sua dimora nei sepolcri e nessuno più riusciva a tenerlo legato neanche con catene,
perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva sempre spezzato le catene e infranto i ceppi, e nessuno più riusciva a domarlo.
Continuamente, notte e giorno, tra i sepolcri e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre.
Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi,
e urlando a gran voce disse: «Che hai tu in comune con me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!».
Gli diceva infatti: «Esci, spirito immondo, da quest'uomo!».
E gli domandò: «Come ti chiami?». «Mi chiamo Legione, gli rispose, perché siamo in molti».
E prese a scongiurarlo con insistenza perché non lo cacciasse fuori da quella regione.
Ora c'era là, sul monte, un numeroso branco di porci al pascolo.
E gli spiriti lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi».
Glielo permise. E gli spiriti immondi uscirono ed entrarono nei porci e il branco si precipitò dal burrone nel mare; erano circa duemila e affogarono uno dopo l'altro nel mare.
I mandriani allora fuggirono, portarono la notizia in città e nella campagna e la gente si mosse a vedere che cosa fosse accaduto.
Giunti che furono da Gesù, videro l'indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura.
Quelli che avevano visto tutto, spiegarono loro che cosa era accaduto all'indemoniato e il fatto dei porci.
Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio.
Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo pregava di permettergli di stare con lui.
Non glielo permise, ma gli disse: «Và nella tua casa, dai tuoi, annunzia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ti ha usato».
Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli ciò che Gesù gli aveva fatto, e tutti ne erano meravigliati.

Vangelo secondo Matteo

7.ALTRI INSEGNAMENTI

1Non giudicate, per non essere giudicati; 2perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. 3Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? 4O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? 5Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.
6Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.
7Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. 8Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. 9Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? 10E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? 11Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono!
12Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti.
13Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. 14Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!
15Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! 16Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? 17Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; 18un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. 19Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. 20Dai loro frutti dunque li riconoscerete.
21Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. 22In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. 23Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”.
24Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. 25Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. 26Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. 27Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
28Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: 29egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.
 
“Cose sante”, “cani”, “porci” (7,6). La crudezza dei termini è attenuata dal messaggio del testo: non si deve esporre alla profanazione la rivelazione donata da Gesù nel vangelo. Cani e porci erano considerati animali immondi, ma designavano anche i nemici, i pagani, gli eretici.


(Foto: Cani che azzannano un cinghiale, Disegno di Giovannino De’ Grassi, secolo XIV.Bergamo, Biblioteca Civica Angelo Mai)


L’espressione: “cose sante” allude alle carni dei sacrifici, le quali non potevano essere consumate dai profani (Esodo 29,33). “La legge e i profeti”. È l’espressione abituale con cui, al tempo di Gesù, si designavano le Sacre Scritture (Matteo 5,17; 7,12; 11,13). La “legge” (in ebraico, torah) comprende i primi cinque libri della Bibbia, chiamati anche Pentateuco (che in greco significa “cinque astucci”, contenenti i rispettivi libri). Con “i profeti” si intendevano non solo i libri profetici (“profeti posteriori”), ma anche quelli storici (“profeti anteriori”). Non è chiaro quale fosse, al tempo di Gesù, l’autorevolezza degli altri libri, gli “scritti”; i Salmi, però, sono citati più volte nel vangelo. In seguito i rabbini coniarono un’altra sigla per designare le varie parti della Bibbia: Tanak (o Tenak). Questa è formata dalle iniziali delle tre grandi sezioni in cui è divisa la Bibbia nel canone ebraico: Torah (“legge”), Nebiim (“profeti”), Ketubim (“scritti”). Un’altra denominazione è Miqra’, cioè “proclamazione”, “lettura”. I falsi e i veri profeti. Matteo 7,15-20 rispecchia il ruolo importante che la profezia ha avuto nelle prime comunità cristiane, non senza tuttavia provocare disordini e abusi (Atti 20,29-30; 1Corinzi 12 e 14). L’allusione ai “lupi” è già presente in Ezechiele 22,27, mentre il riferimento ai “frutti” è caratteristico della tradizione sapienziale, dove indica il comportamento e l’agire buono o cattivo dell’uomo (Proverbi 11,30).

SALMO 7

7. LA PREGHIERA DEL GIUSTO PERSEGUITATO


1  Lamento che Davide cantò al Signore a causa delle parole di Cus, il Beniaminita.
 2  Signore, mio Dio, in te ho trovato rifugio:    salvami da chi mi perseguita e liberami,
 3  perché non mi sbrani come un leone,
   dilaniandomi senza che alcuno mi liberi.
 4  Signore, mio Dio, se così ho agito,
   se c’è ingiustizia nelle mie mani,
 5  se ho ripagato il mio amico con il male,
   se ho spogliato i miei avversari senza motivo,
 6  il nemico mi insegua e mi raggiunga,
   calpesti a terra la mia vita
   e getti nella polvere il mio onore.
 7  Sorgi, Signore, nella tua ira,
   àlzati contro la furia dei miei avversari,
   svégliati, mio Dio, emetti un giudizio!
 8  L’assemblea dei popoli ti circonda:
   ritorna dall’alto a dominarla!
 9  Il Signore giudica i popoli.
   Giudicami, Signore, secondo la mia giustizia,
   secondo l’innocenza che è in me.
 10 Cessi la cattiveria dei malvagi.
   Rendi saldo il giusto,
   tu che scruti mente e cuore, o Dio giusto.
 11 Il mio scudo è in Dio:
   egli salva i retti di cuore.
 12 Dio è giudice giusto,
   Dio si sdegna ogni giorno.
 13 Non torna forse ad affilare la spada,
   a tendere, a puntare il suo arco?
 14 Si prepara strumenti di morte,
   arroventa le sue frecce.
 15 Ecco, il malvagio concepisce ingiustizia,
   è gravido di cattiveria, partorisce menzogna.
 16 Egli scava un pozzo profondo
   e cade nella fossa che ha fatto;
 17 la sua cattiveria ricade sul suo capo,
   la sua violenza gli piomba sulla testa.
 18 Renderò grazie al Signore per la sua giustizia
   e canterò il nome di Dio, l’Altissimo.
   

I titoli dei Salmi. Quasi tutti i Salmi vengono introdotti da annotazioni varie, da titoli che, sebbene non appartengano al testo originario, furono inseriti già in epoca molto antica. Questi titoli riguardano il genere letterario dei Salmi (canto, lode, lamento), le annotazioni musicali (“Al maestro del coro”, “Per strumenti a corda”), le melodie o arie popolari (“Sul canto: 'I Torchi'”), la loro attribuzione (a Davide, ad Asaf, ai figli di Core) e alcuni episodi della vita di Davide (Salmo 7,1). I termini ebraici usati di solito per indicare i titoli (come Maskil, Miktam) appartengono al linguaggio musicale e sono di difficile traduzione, perché possediamo scarse notizie sulla musica antica.


(foto: Suonatore di cembali.Bassorilievo sumero, III millennio a.C.Gerusalemme, Museo delle Terre Bibliche).


Reni e cuore (7,10). Nella concezione che gli antichi avevano del corpo, i reni erano considerati la sede dei sentimenti più profondi oltre che del vigore fisico e fonte della fecondità. Il cuore indica l'interno dell'uomo, la sede delle decisioni e della volontà. L'espressione: “scrutare i reni e il cuore”, riferita a Dio, significa che egli penetra l'intimo dell'uomo.

GOCCE DI VITA


Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me 

 (Vangelo secondo Giovanni, 15, 18)

La frase del giorno 03 Febbraio

Quando le difficoltà tivengono 
addosso come onde del mare, non
cercare di opporre resistenza o
fermarle. 
Sali sulla tavola da surf
della fede e cavalcale.

Frammenti di Cielo

L'importanza della preghiera del mattino

Non appena ti levi dopo il sonno, subito, in primo luogo, la tua bocca renda gloria a Dio e intoni cantici e salmi, poiché la prima preoccupazione, alla quale lo Spirito si apprende fin dall'aurora, esso continua a macinarla, come una mola, per tutto il giorno, sia grano sia zizzania. Perciò sii sempre il primo a gettar grano, prima che il nemico getti la zizzania.