mercoledì 8 gennaio 2014

Il simbolo del pesce

Nel primo secolo, il pesce era il segno di riconoscimento utilizzato dagli uomini e dalle donne perseguitati dall’imperatore romano a causa della loro fede in Cristo.
In lingua greca, le lettere che componevano la parola ichthùs (pesce) sono le iniziali di “Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore” .

i   = Iesùs (Gesù)
ch = Christòs (Cristo)
th = Theoù (di Dio)
u  = uiòs (Figlio)
s  = sotèr (Salvatore)

Per riconoscersi tra loro ed indicare in modo segreto il percorso verso il luogo delle riunioni, i credenti di quell’epoca avevano scelto tale simbolo come segnale di raccolta. Molti furono scoperti, arrestati, e andarono fino al martirio senza abiurare.

Nei nostri paesi occidentali, noi non corriamo più rischi per la nostra vita quando facciamo sapere in un modo o in un altro che crediamo in Gesù Cristo e alla sua morte redentrice sulla Croce.
Forse ci esponiamo allo scherno e al disprezzo, ma che cos’è questo paragonato alle persecuzioni sopportate, ancora oggi, da tanti nostri fratelli e sorelle nella fede?

Che sappiamo approfittare meglio di questi tempi favorevoli concessi da Dio! Non temiamo di essere apertamente quei testimoni ch’Egli ricerca ed apprezza!

Ogni volta che ce ne da l’occasione, dobbiamo essere pronti a mostrare la nostra bandiera. S’avvicina il giorno in cui potremo udire la Parola di Dio: “Sei stato fedele… entra nella gioia del tuo Signore” (Matteo 25:21).

(Gesù risorto disse ai suoi:) “Mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all’estremità della terra”.
Atti 1:8 “Non aver dunque vergogna della testimonianza del nostro Signore.”
2 Timoteo 1:8

L'ALFA E L'OMEGA


 


Mentre si trovava nell'isola di Patmos a causa dell'isolamento per la testimonianza di Cristo, Giovanni ebbe un’esperienza celeste con il Signore. Gli rivelò infatti, il Suo piano, cioé rivelare il Suo Figlio prediletto al mondo, salvandolo cosi e giudicando il principe del mondo presente.
Il Libro dell'Apocalisse inizia e termina con la rivelazione dell'Alfa e Omega, dimostrando il fatto che tutti gli eventi nel Libro girano intorno a Dio; l'Apocalisse, manifestazione, rivelazione, apparizione è principalmente la rivelazione dell'Alfa e l'Omega al mondo.  Egli, come leggiamo, è dal principio, presente e sarà sempre l'Onnipotente. Essendo l'Onnipotente, ogni potere in Cielo e in terra appartiene a Lui, regna su tutte le Sue opere; Egli è il Signore Dio che Si manifesta come uomo.
Apocalisse 1:8 "Io sono l'alfa e l'omega", dice il Signore Dio, "colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente". 9 Io, Giovanni, vostro fratello e vostro compagno nella tribolazione, nel regno e nella costanza in Gesù, ero nell'isola chiamata Patmos a causa della parola di Dio e della testimonianza di Gesù. 10 Fui rapito dallo Spirito nel giorno del Signore, e udii dietro a me una voce potente come il suono di una tromba, che diceva: 11 "Quello che vedi, scrivilo in un libro e mandalo alle sette chiese: a Efeso, a Smdirne, a Pergamo, a Tiatiri, a Sardi, a Filadelfia e a Laodicea". 12 Io mi voltai per vedere chi mi stava parlando. Come mi fui voltato, vidi sette candelabri d'oro 13 e, in mezzo ai sette candelabri, uno simile a un figlio d'uomo, vestito con una veste lunga fino ai piedi e cinto di una cintura d'oro all'altezza del petto. 14 Il suo capo e i suoi capelli erano bianchi come lana candida, come neve; i suoi occhi erano come fiamma di fuoco; 15 i suoi piedi erano simili a bronzo incandescente, arroventato in una fornace, e la sua voce era come il fragore di grandi acque. 16 Nella sua mano destra teneva sette stelle; dalla sua bocca usciva una spada a due tagli, affilata, e il suo volto era come il sole quando risplende in tutta la sua forza. 17 Quando lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli pose la sua mano destra su di me, dicendo: "Non temere, io sono il primo e l'ultimo, 18 e il vivente. Ero morto, ma ecco sono vivo per i secoli dei secoli, e tengo le chiavi della morte e dell'Ades.
Nella mano dell'Alfa e l'Omega è la fonte dell'acqua della vita, che può  abolire la sete nell'uomo dandogli riposo eterno.
Apocalisse 21:6 "Ogni cosa è compiuta. Io sono l'alfa e l'omega, il principio e la fine. A chi ha sete io darò gratuitamente della fonte dell'acqua della vita. 7 Chi vince erediterà queste cose, io gli sarò Dio ed egli mi sarà figlio.
La ricompensa di coloro che cercano la Gloria, resta, con Colui che è dal principio, l’entrata nella nuova Gerusalemme e conseguentemente il diritto all'albero della vita che Adamo perse con la trasgressione, e nella Sua mano sono le chiavi della morte e dell'Ades.
Apocalisse 22:12 "Ecco, sto per venire e con me avrò la ricompensa da dare a ciascuno secondo le sue opere. 13 Io sono l'alfa e l'omega, il primo e l'ultimo, il principio e la fine. 14 Beati quelli che lavano le loro vesti per aver diritto all'albero della vita e per entrare per le porte della città!
L'apostolo Giovanni, conosciuto come il discepolo più amato da Gesù, fu pieno di timore riverente quando vide la gloriosa manifestazione di Gesù. In realtà, vide Gesù svelato dalla sembianza umana, assunta mentre era sulla terra, dimostrando il mistero della pietà. Anche se molto più dettagliata, l'immagine che Giovanni vide sull'isola di Patmos, somigliava a quella che Gesù rivelò mentre Si trasfigurò sul monte davanti ai tre discepoli. In realtà, questa è la vera immagine del Cristo, Figlio del Dio vivente, che operò grandiosamente tramite il Proprio corpo umano. La vista gloriosa rappresenta la maestà della Gloria invisibile del Figlio prediletto di Dio, che le nazioni del mondo, fino ad oggi non possono contemplare. E' l'immagine del Dio invisibile, in cui la pienezza di Dio risiede eternamente, poiché in realtà Egli è Dio manifestantoSi come uomo.
L'Alfa e l'Omega non sono altro che Cristo, l'immagine dell’invisibile e unico Dio. Si può discernere dalle confessioni di Gesù, che Egli camminò nella Gloria dell'Alfa e dell'Omega. 

PAROLA DI GESU'
PAROLA DELL'ALFA E DELL'OMEGA
   
Giovanni 8:58 Gesù disse loro: "In verità, in verità vi dico: prima che Abraamo fosse nato, io sono". Apocalisse 1:8 "Io sono l'alfa e l'omega", dice il Signore Dio, "colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente"
   
Matteo 16:18 E anch'io ti dico: tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia chiesa, e le porte dell'Ades non la potranno vincere. 19 Io ti darò le chiavi del regno dei cieli; tutto ciò che legherai in terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai in terra sarà sciolto nei cieli".  Apocalisse 1:18 e il vivente. Ero morto, ma ecco sono vivo per i secoli dei secoli, e tengo le chiavi della morte e dell'Ades.
   
Matteo 28:18 E Gesù, avvicinatosi, parlò loro, dicendo: "Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra. Apocalisse 1:8 "Io sono l'alfa e l'omega", dice il Signore Dio, "colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente".
   
Giovanni 14:7 Se mi aveste conosciuto avreste conosciuto anche mio Padre; e fin da ora lo conoscete, e l'avete visto".
Apocalisse 1:8 "Io sono l'alfa e l'omega", dice il Signore Dio,
   
Apocalisse 4:13 Gesù le rispose: "Chiunque beve di quest'acqua avrà sete di nuovo;14 ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete; anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d'acqua che scaturisce in vita eterna". Apocalisse 21:6 "Ogni cosa è compiuta. Io sono l'alfa e l'omega, il principio e la fine. A chi ha sete io darò gratuitamente della fonte dell'acqua della vita.
   

Ci sono tanti altri versi nella Bibbia che confermano che Cristo è la personificazione o in altre parole, l'espressione del Dio vivente. Paolo Lo ha descritto  come l'espressione del vero Dio invisibile, in cui dimorano corporalmente tutte le pienezze della divinità. Giovanni Lo descrive come il vero Dio e vita eterna.  
L'immagine che Giovanni vide nell'Isola di Patmos descrive allegoricamente gli attributi del Cristo. Questo vuol dire che non c'è un Gesù in qualche parte del cielo, Egli è spirito ed invisibile, esattamente come il vento che nessun può vedere. Dunque, da tale descrizione possiamo già avere una conoscenza profonda del Cristo, l'Alfa e l'Omega.
a) Era in mezzo ai sette candelabri: come spiega Lui stesso in Apocalisse 1:20, sono le sette chiese. Questo significa che la chiesa di Dio è innestata in Lui, che Si rivela tramite la chiesa. 
b) Aveva una veste lunga fino ai piedi: la copertura indica nessuna traccia di nudità e vergogna dinanzi al Padre. Accesso illimitato alla presenza del Padre, è il potere dei Santi, perché esaudiscono sempre le nostre preghiere, espresse con Fede.  Gli uomini del mondo che vivono nella trasgressione di Adamo, vivono l’esperienza da nudi, ossia sono indegni di apparire dinnanzi a Dio.
c) Aveva una cintura d'oro all'altezza del petto: ciò indica il Suo stato di vigilanza. 
d) Aveva  i capelli bianchi come bianca lana, come neve: ciò indica la Sua essenza da vegliardo pieno di saggezza, intelligenza e vita senza inizio, né fine.
e) I Suoi occhi erano come fiamme di fuoco: ciò indica che aveva gli occhi illuminati dalla saggezza proveniente dall'Alto.
f)I Suoi piedi erano come bronzo incandescente, arroventato in una fornace:ciò  indica il giudizio di Dio contro le tenebre sulla terra. Ovunque andrà, distruggerà le catene malvagie e brucerà le opere malvagie. 
g) La Sua voce era come il fragore delle grandi acque: rappresentano gli Spiriti degli uomini delle nazioni, redenti e raccolti in Cristo. Loro parlano con una voce sola, essendo uniti in uno con la mente di Cristo.
h) Nella Suaa mano destra aveva sette stelle: Come Lui stesso spiega in Apocalisse 1:20, le sette stelle sono i sette angeli delle sette chiese. Gli angeli rappresentano i servi di Dio, che vivono totalmente per conto del Signore, sempre eseguendo la Sua volontà, cioè della Sua parola. La mano destra rappresenta il posto di potere e delizie, riservati ai fedeli che obbediscono alla voce del Signore. 
i) Dalla bocca usciva una spada a doppio taglio, affilata: rappresenta la parola con cui il Signore combate i Suoi nemici .
j) Il Suo volto era come il sole quando risplende in tutta la sua forza: rappresenta la Sua purezza e perfezione, prive di traccia di carnalità.
Gesù  ha vissuto nell’immagine e Gloria dell'Alfa e dell'Omega, e desidera che gli uomini che si sono persi nei meandri oscuri di questo mondo, si risveglino dalla polvere (vanità) cioè un falso senso d'essere dei mortali e terreni, e comincino a vivere per conto di Colui che è la verità.
Lo Spirito ci sta insegnando che siamo nel corpo spirituale/celeste dell'Alfa e l'Omega, che è il vero Dio e la vita eterna. Coloro che si trovano in Lui passeranno dalla morte alla vita.

Beato chi spera nel Signore

Salmo (146)

Alleluia.

Loda il Signore, anima mia:

loderò il Signore finché ho vita,
canterò inni al mio Dio finché esisto.

Non confidate nei potenti,
in un uomo che non può salvare.

Esala lo spirito e ritorna alla terra:
in quel giorno svaniscono tutti i suoi disegni.

Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe:
la sua speranza è nel Signore suo Dio,

che ha fatto il cielo e la terra,
il mare e quanto contiene,
che rimane fedele per sempre,

rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri,

il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,

il Signore protegge i forestieri,
egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.

Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.

Alleluia.
Commento
Il salmo è stato composto nel tardo postesilio come rivela la sua lingua aramaicizzante. Esso fa pensare a un tempo di pace, di normalità, quale si ebbe verso la fine dell'epoca persiana quando Giuda divenne uno stato teocratico autonomo con propria moneta fino alla persecuzione di Antioco IV Epifane (2Mac 4,1s).
Il salmista al proposito personale e di testimonianza di lodare il Signore per tutta la vita, fa seguire un'ammonizione basilare: “Non confidate nei potenti, in un uomo che non può salvare”. I potenti, che amano circondarsi di un alone di gloria, non sono dei semidei, sono uomini che come tutti moriranno: “Esala lo spirito e ritorna alla terra: in quel giorno svaniscono tutti i suoi disegni”. Il salmista tuttavia non fa accenno ai guai, alle rovine a cui si espone chi confida nell'uomo, ma, in positivo, dice che è beato, “chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe”, cioè il Dio dei padri, il Dio delle promesse e dell'alleanza, riconoscendolo l'unico Dio, onnipotente creatore: “che ha fatto il cielo e la terra, il mare e quanto contiene".
“Egli è fedele per sempre”, mai manca alla sua parola, e il suo governo è giustizia e bontà: “Rende giustizia agli oppressi, dà il pane agli affamati”.
Poi il salmista con ritmo incalzante presenta a tutti cinque motivi di confidenza in Dio.
Libera i prigionieri”; intendendo ciò in senso largo: deportati, carcerati ingiustamente, irretiti in trame di calunnia.
Ridona la vista ai ciechi”, dove il cieco è colui che ha smarrito la via della verità (Dt 28,29; Gb 12,25; Is 29,18; 35,5).
Rialza chi è caduto”, cioè chi è caduto nel peccato.
Ama i giusti”, cioè li guida nel giusto cammino e protegge nei loro passi.
Protegge i forestieri, egli sostiene l'orfano e la vedova”, cioè tre categorie di persone deboli, con scarsi punti di riferimento.
Poi una severa osservazione: “Ma sconvolge le vie dei malvagi”.
Dio è re, “regna per sempre”. Nessuno lo può contrastare, limitare il suo potere sovrano, nessuno può sperare di vincerlo; e il suo regnare è segnato dalla giustizia, dalla bontà e dalla misericordia.
Il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione”; Dio che ha fatto alleanza con Sion. Ma l'alleanza è diventata nuova in Cristo; Sion ha rifiutato la nuova ed eterna alleanza, ma Cristo non rinuncia al popolo di Sion, ora tronco morto dell'unico popolo di Dio, il cui tronco vivo è la Chiesa, ma un giorno il tronco morto diventerà vivo, accogliendo Cristo e facendo parte della Chiesa (Rm 11,25).

FIORETTI DI SAN PIO DA PIETRELCINA

I PROFUMI

Dalla persona di padre Pio emanava profumo. Dovevano essere — ad accettare la spiegazione della scienza — delle emanazioni di particelle organiche che, partendo dalla sua persona fisica e colpendo materialmente la mucosa olfattiva dei vicini, producevano lo specifico effetto del profumo. Glielo si riscontrava direttamente sulla persona, sulle cose da lui toccate, negli indumenti usati, nei luoghi per i quali passava.
L'inspiegabile è che si percepiva il profumo, quel profumo tutto suo, anche a distanza, al solo pensarlo, nel parlare di lui. Non tutti l'avvertivano. Lo si avvertiva non in continuità, ma ad intermittenze, come a vampate. Lo si percepì dal giorno della stimmatizzazione sino alla morte. Moltissimi asseriscono d'averlo percepito anche più volte dopo la sua morte. Noi ci limitiamo entro l'arco della vita di padre Pio. A parte le centinaia di fedeli che hanno esperienze personali da riferire, riportiamo qualche testimonianza degna di fede.
Lucia Fiorentino in cenni autobiografici scrive, riportandosi al 1919: «Un giorno sentii un profumo che mi sollevò tanto: guardai intorno se c'erano fiori, ma non trovai né questi, né persone che potevano essere profumate, e allora rivolgendomi a Gesù, sentii nel mio interno queste parole: È lo spirito del tuo direttore che mai ti abbandona. Sii fedele a Dio e a lui. Così ne sentii conforto nelle mie tristezze».
Notò un certo odore il dottore Luigi Romanelli, salito per la prima volta a S. Giovanni Rotondo nel maggio 1919. Ne restò, se non scandalizzato, certo sorpreso. Infatti ad un frate vicino — era padre Paolo da Valenzano — commentò che non gli pareva «gran buona cosa che un frate, e tenuto poi in quel concetto, usasse profumi». Il Romanelli assicura che per altri due giorni di permanenza a S. Giovanni Rotondo non notò più alcun odore, pure stando in compagnia del Padre. Prima di partire, «propriamente nelle ore pomeridiane», salendo le scale, risentì l'odore del primo giorno, per «pochi istanti». Il medico riferisce non solo di aver notato che «dal suo corpo proveniva un certo odore», ma addirittura di averlo «gustato». Il Romanelli allontana la spiegazione di suggestione: di profumo egli non aveva mai sentito parlare e, poi, lo notò non in continuità — come avrebbe preteso la sua suggestione — ma a tempi. Per il Romanelli, quindi, resta un fenomeno che non si sa spiegare.
Padre Rosario da Aliminusa che, per tre anni — dal settembre 1960 al gennaio 1964 — fu superiore del convento dei Cappuccini in S. Giovanni Rotondo, quindi superiore dello stesso padre Pio, scrive per esperienza diretta: «Io l'ho sentito tutti i giorni per circa tre mesi continui, nei primi tempi del mio arrivo a S. Giovanni Rotondo, all'ora di vespro. Uscendo dalla mia cella, attigua a quella di padre Pio, sentivo venire da questa un odore piacevole e forte, di cui non saprei precisare le caratteristiche. Una volta, la prima volta, dopo aver sentito nella sacrestia vecchia un fortissimo e delicato profumo, che emanava dalla sedia usata da padre Pio per la confessione degli uomini, passando dinanzi alla cella di padre Pio sentii un forte odore di acido fenico. Altre volte il profumo, leggero e delicato, emanava dalle sue mani».
In antitesi con qualunque legge naturale, è il sangue delle stimmate di padre Pio ad emanare profumo. Gli scienziati sanno che il sangue è, fra i tessuti organici, quello che più rapidamente cade in decomposizione. Persino il sangue, che spilla da un organismo vivente per qualunque recisione, non offre emanazioni attraenti.
Nonostante tutto questo, padre Pietro da Ischitella dichiara quanto da lui costatato: «Il sangue che stilla da queste piaghe, che nessun rimedio terapeutico, nessun emostatico riesce a cicatrizzare, è purissimo e profumato».
Di questo fatto singolare s'interessarono particolarmente i medici. Il dottore Giorgio Festa, quale teste, dà il suo responso. «Sembra che tale profumo — scrive — più che dalla persona del padre Pio in genere, emani dal sangue che stilla dalle sue piaghe». «Il sangue, che a stille sgorga dalle ferite che il padre Pio presenta sulla sua persona, ha un profumo fine e delicato che molti tra coloro che lo avvicinano hanno modo di avvertire distintamente». Lo qualifica «profumo piacevole quasi un misto di violetta e di rose», profumo «sottile e delicato».
Anche i pannolini, imbevuti del sangue delle stimmate, emanano profumo. L'esperienza la fece il dottore Giorgio Festa, proprio lui che era «affatto privo del senso dell'odorato». Lui stesso la descrive: «Nella mia prima visita tolsi dal suo costato un pannolino intriso di sangue, che portai con me per una indagine microscopica. Io personalmente, per la ragione già detta, non ho avvertito in esso nessuna speciale emanazione: però un distinto ufficiale ed altre persone che al ritorno da San Giovanni si trovavano nell'automobile presso di me, pur non sapendo che chiuso in un astuccio io recassi con me quel pannolino, nonostante la intensa ventilazione provocata dalla rapida corsa del veicolo, ne sentirono molto bene la fragranza, e mi assicurarono che rispondeva precisamente al profumo che emana dalla persona del padre Pio.
Giunto a Roma, nei giorni successivi e per un lungo periodo di tempo, lo stesso pannolino, conservato in un mobile del mio studio, ne profumò così bene l'ambiente, che molte tra le persone che venivano a consultarmi me ne hanno spontaneamente domandata l'origine».
La causa di tale profumo?
Ci fu chi disse che padre Pio usasse cipria o acqua odorosa. Purtroppo la notizia perviene da persona autorevole, l'arcivescovo di Manfredonia mons. Pasquale Gagliardi, il quale giunge persino a dire di «aver visto» coi propri occhi «padre Pio incipriarsi nella sua stanza» in occasione di una sua visita al convento di S. Giovanni Rotondo. Tale voce viene smentita da più testi, presenti alle visite dell'arcivescovo. Essi documentano che l'arcivescovo Gagliardi mai entrò né vide il Padre stimmatizzato nella sua stanza.
Il dottore Giorgio Festa assicura: «II padre Pio non fa, né ha mai fatto uso di alcuna sorta di profumi». I cappuccini vissuti con padre Pio avallano l'assicurazione del Festa.
Tanto meno dovrebbero essere sorgenti di profumo quei pannolini intrisi di sangue, che il Padre talvolta tratteneva abbastanza a lungo. L'esperienza d'ogni giorno dimostra a tutti che tessuti imbevuti di sangue umano diventano sorgente di repulsione.
Si ricorse — per la spiegazione — all'uso che il Padre faceva della tintura di iodio e delle soluzioni concentrate di acido fenico. Le emanazioni da questi medicamenti farmaceutici non sono affatto percepite dall'olfatto come sensazioni piacevoli di profumo; al contrario provocano impressione disgustosa e repulsiva.
Inoltre il Festa assicura che il sangue, che colava dalle piaghe, continuava ad essere profumato, benché «da lunghissimi anni» il Padre non facesse più uso di simili medicamenti, usati esclusivamente perché creduti emostatici.
Al professore Bignami, che indicava come causa possibile del profumo l'acido iodidrico emanante da tinture di iodio mal conservate, il dottor Festa rispose che era «estremamente raro il caso» dello sviluppo dell'acido iodidrico dall'uso della tintura di iodio e che, dopo tutto, una sostanza irritante e caustica — come la tintura di iodio e l'acido fenico — non è mai sorgente di profumo. Anzi — ed è legge fisica ben costatabile — una sostanza del genere, messa a contatto di un profumo, lo distrugge.
Resta poi da spiegare come si percepisca il profumo di padre Pio a grande distanza da qualsiasi eventuale sorgente.
Fu detto e fu scritto che i profumi padre Pio «li faceva sentire come un suo avviso ed anche come sua protezione». Possono essere segnali di grazia, portatori di conforto, prove della sua presenza spirituale. Il vescovo di Monopoli, mons. Antonio D'Erchia, scrive: «In molti casi mi si parlò del fenomeno del "profumo" emanato anche solo dalla immagine di padre Pio e quasi sempre premonitore di lieti eventi o di favori o come premio di sforzi generosi per praticare atti di virtù». Lo stesso padre Pio dichiarava il profumo come un invito ad andare a lui, quando rispose a un suo figlio spirituale, che gli confessava di non sentire il suo profumo da gran tempo: — Sei qui con me e non ne hai bisogno. Qualcuno attribuisce alla qualità di profumo diversità di inviti e di richiami.
Tutto questo a parte, costatiamo unicamente la realtà del profumo, emanante da padre Pio. È un fenomeno contrario ad ogni legge naturale o scientifica e che resta inspiegabile dalla logica umana. Resta un fenomeno mistico straordinario. Anche qui mistero, il mistero dei profumi, che «si aggiungono all'arsenale apostolico di padre Pio, ai doni soprannaturali

TESTAMENTO SPIRITUALE DI SAN PIO DA PIETRELCINA

San Pio da Pietrelcina
Questo è il mio testamento e la mia eredità:
«Amate la Madonna e fatela amare. Recitate sempre il Rosario».
È un testamento orale, è la risposta del Padre ai suoi confratelli che in diverse occasioni gli chiesero quale fosse il suo testamento spirituale e cosa lasciasse ai suoi figli. Esiste in diverse forme leggermente diverse, tutte contengono l'invito ad amare la Madonna e a pregare il Rosario, per esempio vi è l'aggiunta: «fate recitare il Rosario» oppure: «recitatelo bene». Questa forma compare in parecchi libri ed è stata usata da Giovanni Paolo II il giorno della Beatificazione: «Alla conclusione della vicenda terrena, nel momento di manifestare le sue ultime volontà, egli volse il suo pensiero, come aveva fatto per tutta la vita, a Maria Santissima: "Amate la Madonna e fatela amare. Recitate sempre il Rosario"».

LE STIGMATE DI SAN PIO DA PIETRELCINA


 San Giovanni Rotondo
Cosa dirvi a riguardo di ciò che mi dimandate del come sia avvenuta la mia crocifissione? Mio Dio, che confusione e che umiliazione io provo nel dover manifestare ciò che tu hai operato in questa tua meschina creatura! Era la mattina del 20 dello scorso mese in coro, dopo la celebrazione della santa messa, allorché venni sorpreso dal riposo, simile ad un dolce sonno. Tutti i sensi interni ed esterni, non che le stesse facoltà dell'anima si trovarono in una quiete indescrivibile. In tutto questo vi fu totale silenzio intorno a me e dentro di me; vi subentrò subito una gran pace ed abbandono alla completa privazione del tutto e una posa nella stessa rovina. Tutto questo avvenne in un baleno. E mentre tutto questo si andava operando, mi vidi dinanzi un misterioso personaggio, simile a quello visto la sera del 5 agosto, che differenziava in questo solamente che aveva le mani ed i piedi ed il costato che grondava sangue. La sua vista mi atterrisce; ciò che sentivo in quell'istante in me non saprei dirvelo. Mi sentivo morire e sarei morto se il Signore non fosse intervenuto a sostenere il cuore, il quale me lo sentivo sbalzare dal petto. La vista del personaggio si ritira ed io mi avvidi che mani, piedi e costato erano traforati e grondavano sangue.
(Lettera del 22 ottobre 1918)
 
Me ne stavo confessando i nostri ragazzi la sera del cinque, quando tutto di un tratto fui riempito di un estremo terrore alla vista di un personaggio celeste che mi si presenta dinanzi all'occhio della intelligenza. Teneva in mano una specie di arnese, simile ad una lunghissima lamina di ferro con una punta bene affilata, e che sembrava da essa punta che uscisse fuoco. Vedere tutto questo ed osservare detto personaggio scagliare con tutta violenza il suddetto arnese nell'anima, fu tutto una cosa sola.
(Lettera del 21 agosto 1918)San Pio da Pietrelcina



La parola del giorno 08/01/2014

♥ Antifona d'ingresso____________
Benedetto colui che viene nel nome del Signore:
il Signore nostro Dio è luce per noi. (Sal 118,26-27)



† Lettura____________________ 1Gv 4,7-10
Dio è amore.
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo

Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.
In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui.
In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.

Parola di Dio


† Il Vangelo del giorno (Daily Gospel)_________________
Mc 6,34-44
Moltiplicando i pani, Gesù si manifesta profeta

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, sceso dalla barca, Gesù vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». Ma egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». Ma egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e dissero: «Cinque, e due pesci».
E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull’erba verde. E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero a loro; e divise i due pesci fra tutti.
Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.

Parola del Signore


† Salmo______________________
Sal 71
Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.
O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto.

Le montagne portino pace al popolo
e le colline giustizia.
Ai poveri del popolo renda giustizia,
salvi i figli del misero.

Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra.
 

Commento: Siamo nella luce dell’Epifania, presenza velata che vuole manifestarsi nei nostri cuori e attraverso noi nel mondo. È l’avvenimento che deve illuminare questa settimana. Che cosa c’è di più importante nella vita, che amare con verità e tenerezza? Ci sono, infatti, tante caricature dell’amore.
L’amore non fa calcoli, si dona con sovrabbondanza, come le ceste piene di pezzi di pane che rimasero dopo che tutti ebbero mangiato a sazietà. La Parola di Dio fatta carne si fa nutrimento spirituale in ogni Eucaristia.
Riscopriamo il nostro stato di figli di Dio, di mendicanti di Dio. Al di fuori dell’amore, vedremo soltanto infantilismo, umiliazione. Nell’amore, comprenderemo che tutto è differente: siamo figli prediletti del Signore e dobbiamo comportarci con gli altri di conseguenza.
 

 

La frase del giorno 08 Gennaio

La fede ci dà la certezza che, 

qualunque cosa ci riservi il futuro,

Dio la conosce e la controlla.