mercoledì 1 gennaio 2014

Nella casa del Papa a Santa Marta

sveglia all'alba e visite dei potenti


 Un salotto (un paio di poltrone e un divano) con una scrivania, alle spalle un austero crocifisso, una libreria a vetri, un tappeto a disegni persiani. Molto (troppo?) uso di neon. Quindi camera da letto, un frigorifero, un disimpegno e un bagno. Un parquet industriale lucidato a specchio, soprattutto quel letto di legno scuro rendono gli ambienti molto freddi. Ma l'inquilino non si lamenta. L'uomo è austero, la sveglia di solito suona alle 4.45, un quarto d'ora dopo è già in preghiera e ci resterà per un'ora, meditando sulle scritture della Messa quotidiana.
La mappa dei centri dei Grandi Poteri del mondo da qualche settimana è cambiata. Il nuovo Pontefice della chiesa cattolica guida i suoi fedeli (un miliardo e 214 milioni, secondo l'ultimo Annuario Pontificio) dall'appartamento 201 al secondo piano di Casa Santa Marta. Bergoglio usa un altro nome. La chiama «Convitto»: 106 suite, 22 stanze singole e un appartamento.
Si trova benissimo, ormai è impensabile che torni ad abitare nell'immenso Appartamento papale del Palazzo apostolico. Lo ha spiegato durante l'udienza alle scuole italiane dei gesuiti: «Io ho necessità di vivere fra la gente, e se io vivessi solo, forse un po' isolato, non mi farebbe bene». Che Santa Marta, albergo nel cuore della Città del Vaticano nato per ospitare i cardinali nei Conclavi, sia ormai uno snodo fondamentale nella nuova pagina della Chiesa lo dimostra la recente nomina di monsignor Battista Mario Salvatore Ricca al posto-chiave di prelato ad interim dello Ior, il discusso Istituto per le opere di religione. Guarda caso, Ricca è direttore delle case di ospitalità vaticane, quindi soprattutto di Santa Marta. I suoi frequenti colloqui con Papa Francesco, talvolta a cena, hanno costruito uno schietto rapporto di fiducia.
Papa Francesco si muove a Santa Marta come i gesuiti nelle loro residenze collettive. Appare spesso in atrio senza preavviso (all'accoglienza c'è un turno di personale femminile laico che risponde al telefono). In quanto ai pasti, nessuna formalità: Bergoglio si siede con chi capita e la sera, se funziona il self service, si arma di vassoio. In fondo, da cardinale di Buenos Aires, si cucinava i pasti da solo e andava fiero del «suo» maialino al forno. La mensa di Santa Marta ha consolidata fama di mediocrità, in Vaticano. Cucina continentale, da vero albergo qual è Santa Marta. Arrostini, minestroni, pasta al forno. Ma il Papa non obietta. Lì vivono stabilmente una trentina di ecclesiastici della Segreteria di Stato, alcuni funzionari laici, quei vescovi che da tutto il mondo raggiungono Roma per qualche giorno. Quando viene a Roma alloggia lì anche Ernst von Freyberg, il nuovo presidente dello Ior. La gestione della Casa è pilotata da monsignor Ricca che conta su sei suore Figlie della Carità di San Vincenzo de Paoli (un tempo chiamate «le cappellone», per l'immenso velo). Ma il resto del personale, maschile e femminile, è laico. Cucina inclusa. Il servizio di sicurezza è discreto: gendarmeria pontificia, Guardie Svizzere. Nessun corpo speciale.
Bergoglio ama Santa Marta, la trova funzionale. Lì ha ricevuto il 19 marzo Cristina Fernández de Kirchner, la presidente argentina, che ha mangiato in mensa con lui. A Santa Marta sono stati ricevuti sabato scorso, 15 giugno, il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso e il cardinale Stanislaw Dziwisz, arcivescovo di Cracovia ed ex segretario particolare di Giovanni Paolo II. Utilizza il grande Appartamento papale soltanto per le visite ufficiali di Stato (quella con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, per esempio) e le benedizioni domenicali. Per il resto, vive nella «normalissima» Santa Marta. Dopo la sveglia all'alba e la meditazione, Messa alle 7 (ricorre un anticipo di quattro-cinque minuti) con breve omelia (sintesi quotidiana su l'Osservatore Romano ), saluti al gruppo invitato, fotografie, finalmente colazione in mensa. Alle Messe mattutine si è convocati per raggruppamenti omogenei: dipendenti vaticani all'inizio, la comunità argentina a Roma, recentemente i Gentiluomini di Sua Santità (tra cui il duca romano Leopoldo Torlonia). Poi c'è la giornata di lavoro, l'esame dei vari dossier. Breve pausa per il pranzo, seguita da mezz'ora di riposo (la sveglia all'alba pesa). Poi ancora lavoro, cena alle 19.30-20, preghiera, luce spenta poco dopo le 22. L'uso di Santa Marta ha comportato lo sgombero del parcheggio «italiano» in via della Stazione Vaticana, di fronte ai numeri civici 3-5-7, una ventina di posti sicuri nel caos romano intorno a San Pietro. Qualche mugugno dei residenti, ma era impensabile che ci fossero auto in sosta di notte quasi sotto le Sacre finestre.

Impossibile contare quante volte Papa Francesco abbia incontrato Benedetto XVI nella sua nuova residenza nell'ex monastero Mater Ecclesiae, a duecento passi di distanza da Santa Marta. Bergoglio è imprevedibile, si muove con agilità. Ratzinger continua la sua ritiratissima vita: preghiera, meditazione, lente passeggiate nei giardini vaticani. Nessuna novità. Chissà quante volte si saranno visti al riparo da occhi indiscreti. Lo sa solo Santa Marta.

La frase del giorno 01 Gennaio


Un nuovo anno: 

la possibilità di iniziare una vita nuova,

una vita migliore.

Usala al massimo!

La parola di Dio


 

  33"Porgete l’orecchio e venite a me, ascoltate e voi vivrete.
6Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino. 7L’empio abbandoni la sua via e l’uomo iniquo i suoi pensieri; ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona. 8Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie - oracolo del Signore.
     9Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.
10Come infatti la pioggia e la neve
scendono dal cielo e non vi ritornano
senza avere irrigato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
perché dia il seme al seminatore e pane da mangiare,
11così sarà della parola uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto,
senza aver operato ciò che desidero
e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata". (Isaia, 55)


     12Infatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore. 13Non v’è creatura che possa nascondersi davanti a lui, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi suoi e a lui noi dobbiamo rendere conto. (Ebrei, 4)
 
     Anch'io ho una parola. Spesso è solo un suono di voce. Dà suono alle mie idee, ai miei pensieri.

     Ma la Parola di Dio è creatrice: "realizza quello che significa", proprio come nella creazione: "e Dio Disse..." e tutto cominciò a esistere. Se anche la mia parola fosse creatrice sarebbe come dire qualcosa e questo si realizza.

     Questa Parola di Dio è stata pronunciata nella mia vita. Si chiama "Gesù" ("...e la Parola si è fatta carne..."), è entrata a far parte della mia esistenza, delle mie scelte: si realizza attraverso me stesso, ogni giorno. Nella misura in cui partecipo all'unico "corpo di cui Cristo è la testa", sono ogni giorno nella linea di Dio creatore perché si crei un mondo nuovo, più bello, più mio.

     Probabilmente devo credere di più alla Parola: lasciarla lavorare in me, lasciargli spazio e credibilità. In questo caso i risultati sono garantiti è Dio stesso che garantisce!...

     Oggi sono io la Sua Parola, pronunciata in mezzo ai miei fratelli: una Parola, non un balbettio; delle Idee da realizzare, non un suono vago; una proposta di Vita: per questo devo essere credibile e assecondare la scelta che Dio ha fatto su di me.

Già, la scelta di Dio...
     Ma cosa vuole? Eppure nella risposta adeguata, coerente e sincera a questa domanda è la felicità: capire cosa Dio vuole da me..

La parola del giorno 01/01/2014

♥ Antifona d'ingresso____________
Salve, Madre santa:
tu hai dato alla luce il Re
che governa il cielo e la terra
per i secoli in eterno. (Sedulio)




† Lettura____________________ Nm 6, 22-27
Porranno il mio nome sugli Israeliti, e io li benedirò.
Dal libro dei Numeri

Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla ad Aronne e ai suoi figli dicendo: “Così benedirete gli Israeliti: direte loro:
Ti benedica il Signore
e ti custodisca.
Il Signore faccia risplendere per te il suo volto
e ti faccia grazia.
Il Signore rivolga a te il suo volto
e ti conceda pace”.
Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò».

Parola di Dio

† Il Vangelo del giorno (Daily Gospel)_________________
Lc 2,16-21
I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino. Dopo otto giorni gli fu messo nome Gesù.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

Parola del Signore

† Salmo______________________
Sal 66
Dio abbia pietà di noi e ci benedica.
Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti.

Gioiscano le nazioni e si rallegrino,
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra.

Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra.

Commento:
Il brano del vangelo ci narra un episodio della vita di una famiglia ebrea, ma l’ambientazione è inusuale per una nascita. Si tratta di una famiglia emarginata socialmente. Eppure il bambino è Dio e la giovane donna l’ha concepito e partorito nella verginità. Alcuni pastori si affrettano, in risposta a un messaggio dal cielo, per riconoscerlo e glorificarlo a loro modo.
Vi è difficile considerarlo vostro Dio?
Volgete il pensiero per un attimo al fascino persistente esercitato da sua madre su uomini e donne di ogni ambiente e classe, su persone che hanno conosciuto successi o fallimenti di ogni tipo, su uomini di genio, su emarginati, su soldati angosciati e destinati a morire sul campo di battaglia, su persone che passano attraverso dure prove spirituali.
Il genio artistico si è spesso consacrato alla sua lode: pensate alla “Pietà” di Michelangelo, al gran numero di Madonne medievali e rinascimentali, alle vetrate incantevoli della cattedrale di Chartres e alla più bella di tutte le icone: la Madonna di Vladimir, che aspetta con pazienza, nel Museo Tretiakov di Mosca, giorni migliori.
Perché la Madonna ispira tanta umanità?
Forse perché è, come dicono gli ortodossi, un’icona (= immagine) di Dio?
Forse perché Dio parla per suo tramite anche se Maria resta sempre una sua creatura, sia pure una creatura unica grazie ai doni ricevuti dal Padre?
Tutto ciò è stato oggetto di discussioni, spesso accese, quando spiriti grandi cercarono di esprimere in termini umani il mistero di Dio fatto uomo.
Maria fu definita madre di Dio, “theotokos”, e ciò contribuì a calmare dispute intellettuali. Questo appellativo è particolarmente caro ai cristiani dell’Est, ai nostri fratelli del mondo ortodosso, ed è profondamente radicato nella loro teologia, ripetuto spesso nelle loro belle liturgie, specialmente nella liturgia bizantina, che è stata considerata la “più perfetta” proprio per via delle sue preghiere ufficiali dedicate al culto di Maria.
Cominciamo l’anno nel segno di questo grande mistero.
Cerchiamo allora di approfondire la nostra devozione a Maria, Madre di Dio e nostra, eliminandone, però, ogni traccia di sentimentalismo spicciolo.
Tentiamo di convincere i giovani che si tratta qui di un idealismo rispondente, certo, alle aspirazioni più profonde dello spirito umano, ma che richiede impegno e molto coraggio.