domenica 21 settembre 2014

Sulla Tua Parola - Gv 3, 13-17

sabato 20 settembre 2014

Papa Francesco: Non abbiamo paura della resurrezione dei corpi

Non abbiamo paura della resurrezione dei corpi
La resurrezione dei morti è stato il tema trattato da Papa Francesco nell’omelia della Messa celebrata oggi, 19 settembre 2014, a Casa Santa Marta. Prendendo spunto dalla Prima Lettura (1 Cor 15, 12-20) il Pontefice ha parlato della Resurrezione e della “paura della nostra risurrezione” che ogni cristiano prova e che agisce da freno che non permette di credere fino in fondo.
Questa paura della resurrezione dei morti è la stessa che provavano, ai tempi di San Paolo, in Grecia, tanto che quando l’Apostolo inizia parlare loro della resurrezione questi si spaventano: “la resurrezione dei cristiani è uno scandalo, non possono capirlo. – ha detto Bergoglio - E per questo Paolo fa questo ragionamento, ragiona così, tanto chiaro: ‘Se Cristo è risorto, come possono dire alcuni tra voi che non vi è resurrezione dai morti? Se Cristo è risorto, anche i morti risusciteranno’.” il nostro linguaggio dice: “‘Ma, io voglio andare in Cielo, non voglio andare all’Inferno’, – ha detto il Santo Padre – ma ci fermiamo lì. Nessuno di noi dice: ‘Io resusciterò come Cristo’: no. Anche a noi è difficile capire questo“.
Eppure dobbiamo essere in grado di superare questa resistenza verso la resurrezione poiché “questo è il futuro che ci aspetta“. Non credere alla resurrezione dei corpi è non riconoscere la nostra “identità cristiana” ed è strano questo perché “forse non abbiamo tanta paura dell’Apocalisse del Maligno, dell’Anticristo che deve venire prima” o ancora “forse non abbiamo tanta paura della voce dell’Arcangelo o del suono della tromba” ma abbiamo “paura della nostra resurrezione“.


“L’identità cristiana è una strada, è un cammino dove si sta con il Signore; – ha concluso Papa Francesco – come quei due discepoli che ‘stettero con il Signore’ tutta quella serata, anche tutta la nostra vita è chiamata a stare con il Signore per – alla fine, dopo la voce dell’Arcangelo, dopo il suono della tromba – rimanere, stare con il Signore“.

mercoledì 17 settembre 2014

Papa Francesco: Nel Credo si dice che la Chiesa è cattolica e apostolica.

10712884_10152391884382843_1919658638848012918_n
Nell’Udienza Generale di oggi, mercoledì 17 settembre 2014, Papa Francesco ha proseguito nella propria catechesi settimanale sulla Chiesa spiegando il significato dei termini “cattolica” e “apostolica” nonché cosa significa per ciascun cristiano essere membri di una Chiesa cattolica e apostolica: “significa prendersi a cuore la salvezza di tutta l’umanità, non sentirsi indifferenti o estranei di fronte alla sorte di tanti nostri fratelli, ma aperti e solidali verso di loro” e “significa inoltre avere il senso della pienezza, della completezza, dell’armonia della vita cristiana, respingendo sempre le posizioni parziali, unilaterali, che ci chiudono in noi stessi” sentendosi “sempre inviati,… mandati, in comunione con i successori degli Apostoli, ad annunciare, con il cuore pieno di gioia, Cristo e il suo amore a tutta l’umanità“.
Nel Credo si dice che la Chiesa è cattolica e apostolica. – ha spiegato il Santo Padre – È cattolica perché è universale: ha la missione di annunciare la Buona Novella dell’amore di Dio fino agli estremi confini del mondo, insegnando tutto quanto è necessario per la salvezza.
È apostolica perché è missionaria: come gli apostoli e in continuità con loro, è stata inviata per preparare la venuta del Signore, accompagnando la sua parola con i segni della tenerezza e della potenza di Dio.
La Chiesa, cattolica e apostolica, è assistita dallo Spirito Santo, che continuamente la fa uscire da se stessa per incontrare i fratelli e parlare le lingue del mondo, per comunicare a tutti la gioia del Signore Risorto.


Come membri della Chiesa, anche noi condividiamo la sua missione: siamo responsabili della salvezza di tutti gli uomini, e, quindi, non possiamo essere indifferenti o ignari del destino dei nostri fratelli; Inoltre, lo Spirito Santo opera anche in noi in modo che non ci chiudiamo su posizioni unilaterali e affinché sempre cerchiamo la comprensione, l’armonia, la “sinfonia”, nella vita cristiana.

martedì 16 settembre 2014

Il Cammino Cristiano


Cristiano o Cattolico?


Gesù Cristo e la Bibbia insegnano che:La religione cattolica insegna che:
Siamo salvati per grazia, non per opere (Efesini 2:8-9). Le buone opere seguono la salvezza (Efesini 2:10).Siamo salvati per la fede più le opere (Concilio di Trento, sessione VI, canone 9).
Gesù purifica dal peccato (1 Giovanni 1:7-9, 2:12, Ebrei 9:14-15).Il purgatorio purifica dal peccato (Concilio di Trento, sess. VI, can. 30).
La salvezza si riceve nel momento stesso in cui ci si ravvede e si accetta il Vangelo (Efesini 1:13).La salvezza è un processo che comincia col battesimo e continua attraverso il purgatorio.
Il sacrificio di Gesù è stato compiuto una volta per sempre (Giovanni 19:30, Ebrei 7:27).Il sacrificio di Gesù si ripete nella Messa che viene celebrata tutti i giorni.
Gesù Cristo è l'unico mediatore tra Dio e gli uomini (1 Timoteo 2:5, Ebrei 7:25).La Madonna e i santi defunti sono mediatori tra gli uomini e il Signore.
Credendo in Cristo, confessandoGli le nostre colpe e avendo fede solo nel Suo sacrificio siamo perdonati e salvati in vita eterna (Apocalisse 1:5, 1 Pietro 1:18-21). Possiamo avere la certezza di essere perdonati (Atti 10:43, 1 Giovanni 1:9) e salvati (1 Giovanni 5:13)."..a nessuno che ostenti fiducia e certezza della remissione dei propri peccati e che si abbandoni in essa soltanto, vengono rimessi o sono stati rimessi i peccati, mentre fra gli eretici.. viene predicata.. questa fiducia vana e lontana da ogni vera pietà" (Concilio di Trento, sess. VI, cap. IX).
Nessuno può in alcun modo redimere il fratello, né dare a Dio il prezzo del suo riscatto (Salmo 49:7).Le Messe di suffragio, le indulgenze, ecc. liberano i defunti dalle sofferenze del purgatorio.
I santi sono tutti i veri cristiani.I santi sono solo quei defunti che la Chiesa Cattolica decide di dichiarare santi dopo un particolare processo.
Solo in Gesù c'è la salvezza (Atti 4:12). Egli è l'unico capo della Chiesa Cristiana (Efesini 1:22-23, 4:15, 5:23; Colossesi 1:17-18).Solo nella Chiesa Cattolica Romana c'è la salvezza (papi Bonifacio VIII, Innocenzo III, Gregorio XVI, Pio IX, Paolo VI, Eugenio IV e altri).
Solo attraverso Cristo si va a Dio (Giovanni 14:6), si ottiene ogni cosa, si è salvati, si è preservati dal maligno, e Lui solo ha il dominio su tutto ciò che esiste nei cieli, sulla terra e sotto la terra (Efesini 1:10, 1:22-23, Filippesi 2:10, Apocalisse 5:13, ecc).Solo attraverso la Madonna si va al Signore, si ottiene ogni cosa, si è salvati, si è preservati dal maligno, e lei ha il dominio su tutto ciò che esiste nei cieli, sulla terra e sotto la terra (papi Pio IX, Pio X, Pio XI, Leone XIII, Benedetto XV, ecc.).
Parlare con i defunti, siano essi santi credenti o meno, è un'abominazione che Dio condanna severamente (Isaia 8:19, Deuteronomio 18:10-12).defunti possono aiutarci, intercedono per noi e possono essere pregati e venerati.

Alla luce di ciò che Gesù Cristo ha detto nel Vangelo, puoi dire di essere un Cristiano, cioè, un discepolo di Cristo?
 


Gesù disse:

Perché mi chiamate: "Signore, Signore!" e non fate quello che dico?
(Luca 6:46).

Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
(Matteo 7:21).

Se non hai ancora ricevuto Gesù nel tuo cuore come tuo Salvatore e come Signore, rivolgiti a Lui oggi stesso. Gesù è vivente, e ti ama; se tu lo cerchi con tutto il cuore Egli si farà trovare da te.

Se non hai un Vangelo, visita questa pagina per riceverlo gratuitamente per posta.

Papa Francesco: Senza Maria non vi sarebbe stato Gesù Cristo

Senza Maria non vi sarebbe stato Gesù Cristo
La riflessione mattutina di Papa Francesco, nella Cappella di Casa Santa Marta, è stata focalizzata sul ruolo di Maria e della Chiesa nel portare speranza ai cristiani: in occasione della ricorrenza della Beata Vergine Addolorata, il Pontefice ha detto che “senza Maria, non sarebbe stato Gesù Cristo; senza la Chiesa, non possiamo andare avanti“.
Entrambe queste donne, la Chiesa e Maria, sono madri per i cristiani: Maria “la nuova Eva, come lo stesso Paolo la chiama, partecipa di questa strada del Figlio: imparò, soffrì e obbedì. E diventa Madre” essendo unta dallo stesso Cristo, sulla croce, come Madre di tutti i cristiani nel momento in cui Gesù «disse al discepolo: “Ecco la tua madre”!» (Gv 19,27).
Allo stesso modo “anche la Chiesa è Madre e anche la Chiesa, quando fa la medesima strada di Gesù e di Maria, è unta Madre – ha detto il Santo Padre – la strada della sofferenza, la strade della obbedienza e quando ha quell’atteggiamento di imparare continuamente il cammino del Signore“.
E quale è questo cammino del Signore? Ha spiegato Bergoglio che “Gesù è venuto al mondo per imparare a essere uomo, ed essendo uomo, camminare con gli uomini“. Ma non solo, Gesù “è venuto al mondo per obbedire, e ha obbedito. – ha aggiunto – Ma questa obbedienza l’ha imparata dalla sofferenza“.
Gesù completa la promessa di Adamo: “Adamo è uscito dal Paradiso con una promessa, la promessa che è andata avanti per tanti secoli. – ha quindi spiegato il Vescovo di Roma – Oggi, con questa obbedienza, con questo umiliarsi, con questo annientare se stesso, di Gesù, quella promessa diventa speranza. E il popolo di Dio cammina con una speranza che è certa“.


E questa è anche la nostra speranza. Noi non siamo orfani, abbiamo Madri…due donne – Maria e la Chiesa – che portano avanti la speranza che è Cristo, ci danno Cristo, generano Cristo in noi. Senza Maria, non sarebbe stato Gesù Cristo; senza la Chiesa, non possiamo andare avanti“.

lunedì 15 settembre 2014

Papa Francesco: L’amore che sgorga dalla Croce guarisce tradimenti e infedeltà


L'amore che sgorga dalla Croce guarisce tradimenti e infedeltà
Il cammino del Popolo di Dio nel deserto, descritto nella prima Lettura del Giorno, ha spiegato Papa Francesco nel corso dell’omelia durante la Santa Messa in occasione della Festa della Esaltazione della Santa Croce, “fa pensare alla Chiesa in cammino nel deserto del mondo di oggi” e in particolare alle famiglie.
Il richiamo alle famiglie è stato particolarmente forte, in una celebrazione nella quale il Pontefice ha anche celebrato il Sacramento del Santo Matrimonio per 20 nuovi sposi: il racconto biblico, infatti, racconta le difficoltà che il Popolo ha trovato durante il viaggio nel deserto che sono le stesse difficoltà che le famiglie incontrano oggi.
A un certo punto «il popolo non sopportò il viaggio» (Nm 21,4). Sono stanchi, manca l’acqua e mangiano solo la “manna”- ha spiegato Bergoglio - un cibo prodigioso, donato da Dio, ma che in quel momento di crisi sembra troppo poco.” Anche noi oggi, nel deserto moderno,  ha spiegato il Vescovo di Roma siamo messi alla prova allo stesso modo: quando il cammino si fa più difficile appare “la tentazione di tornare indietro, di abbandonare il cammino.
In particolare le “coppie di sposi” sono esposte a questa continua tentazione: arriva un momento in cui si rendono conto che “non sopportano il viaggio, il viaggio della vita coniugale e familiare” e quando accade questo “la fatica del cammino diventa una stanchezza interiore“. Queste persone “perdono il gusto del Matrimonio” e questo perché “non attingono più l’acqua dalla fonte del Sacramento. La vita quotidiana diventa pesante, e tante volte, nauseante” e proprio nel momento dello sconforto, come nel racconto Biblico, “arrivano i serpenti velenosi che mordono la gente, e tanti muoiono.
Tuttavia, il racconto della Bibbia ci dice che nel momento più difficile Dio interviene, non cacciando i serpenti ma inviando “un rimedio“: “un serpente di bronzo, appeso ad un’asta; chiunque lo guarda, viene guarito dal veleno mortale dei serpenti“.
Questo serpente, ci dice il Vangelo di oggi, è Cristo: Gesù è l’ “antidoto” che permette di scacciare i serpenti moderni. Per questo “chi si affida a Gesù crocifisso riceve la misericordia di Dio che guarisce dal veleno mortale del peccato. – ha spiegato il Pontefice – Il rimedio che Dio offre al popolo vale anche, in particolare, per gli sposi che “non sopportano il cammino” e vengono morsi dalle tentazioni dello scoraggiamento, dell’infedeltà, della regressione, dell’abbandono…  – ha quindi concluso Papa Francesco – Anche a loro Dio Padre dona il suo Figlio Gesù, non per condannarli, ma per salvarli: se si affidano a Lui, li guarisce con l’amore misericordioso che sgorga dalla sua Croce, con la forza di una grazia che rigenera e rimette in cammino sulla strada della vita coniugale e familiare“.

sabato 6 settembre 2014

Papa Francesco: Maria Madre ci insegna a rallegrarci, alzarci e perseverare

Maria Madre ci insegna a rallegrarci, alzarci e perseverare
Papa Francesco, in un messaggio inviato ai cristiani di Cuba in occasione della Festa della Vergine della Carità del Cobre, ha ricordato la figura di Maria quale Maestra di Vita e di Fede soffermandosi su tre verbi fondamentali utilizzati nei Vangeli: rallegrarsi, alzarsi, perseverare.
Il primo di questi tre verbi, ovvero rallegrarsi, è utilizzato dall’arcangelo Gabriele che le dice “Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te“: si tratta della gioia che prova chi incontra Cristo nella propria vita. È una gioia tanto salda che nessuno può rubare, è una gioia tanto forte che da al cristiano la forza necessaria per non abbattersi né rattristarsi di fronte agli ostacoli della vita perché il cristiano ha la certezza che non ci sono problemi ai quali non ci sia una soluzione.”Sostenuto da questa verità – scrive il Pontefice - il cristiano non dubita che ciò che si fa con amore crea una gioia serena, sorella di quella speranza che rompe la barriera della paura ed apre le porte ad un futuro promettente“.
Il secondo verbo che viene utilizzato dai Vangeli è alzarsi: “con Gesù, nel suo grembo, dice San Luca, Maria si è alzata e con prontezza è andata ad aiutare sua cugina Elisabetta“. Maria ci insegna a non rimanere fermi una volta che incontriamo Cristo ma a passare sopra alle nostre stesse difficoltà donandoci agli altri. Nella vita bisogna continuamente alzarsi e ri-alzarsi, anche dalle delusioni e dalle sconfitte, con spirito di servizio, aiutando gli altri. Tuttavia non è necessario fare grandi atti, ma basta fare quello che possiamo fare con umiltà, come Maria, senza scansare i pesi perché altri facciano quello che è nostra responsabilità.
Infine il terzo verbo che i Vangeli utilizzano per descrivere Maria è perseverare: anche nel momento più difficile, ovvero quello della morte del proprio figlio, Maria non ha mai perso la fede, ha perseverato e questo perché “non ha confidato nelle proprie forze, ma in Dio, il cui amore non ha fine“. Anche in questo caso la Vergine Maria ci insegna a rimanere nell’amore di Dio e a rimanere nell’amore verso gli altri: Maria ci incoraggia ad “essere uomini e donne costanti nel fare del bene, che mantengano la parola e siano sempre fedeli. – ha concluso - E questo perché confidiamo in Dio e poniamo in Lui il centro della nostra vita e quella dei nostri cari”.