lunedì 13 gennaio 2014

PREGARE BENE





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PREGARE BENE

Tre maniere di recitare bene una preghiera

Anche a questo proposito scegliamo la ripartizione in tre punti, seguendo S. Tommaso d'Aquino:


Badare alla retta  pronunzia delle formule.

Seguire con la mente le parole che si pronunziano.

Tenersi alla presenza di Dio nella maniera che ci resta più facile in quel momento.



Per prima cosa, dunque, l'impegno di pronunziare correttamente le parole di cui ci si serve, adattandoci al ritmo che seguono i vicini a noi, evitando accelerazioni improvvise e lungaggini noiose nelle finali.  Prudenza consiglia di non alzare il volume della voce, allo scopo di percepire meglio la recita degli altri, e così scandire insieme sillabe e parole. Fare diversamente crea sconcerto e disordine, che distraggono i presenti.

Seconda cosa consiste nel seguire con la mente le parole di cui si serve la preghiera.
È risaputo che la nostra attenzione, durante la preghiera, non regge più di qualche minuto e che oggi è assai più difficile che in altre epoche mantenere ferma la mente su di un punto o un altro di riflessione.

D'altronde, se uno provasse a ripetere una preghiera nella quale si è distratto, finirebbe di distrarci anche prima... E sufficiente riprendere dal punto dove ci si è accorti di esserci divagati.

In proposito, si tenga presente che la preghiera personale, o comunitaria è resa valida dall'intenzione, non dall'attenzione.



 La prima deriva dalla volontà ed è questa che conta nell'attività umana. La seconda procede dalla mente: va raccomandata, ma non determina, o compromette la validità di un atto, nel nostro caso, della preghiera.
Per cui, parlare di distrazioni volontarie o involontarie, è un discorso poco esatto. Distrazione, ripetiamolo, richiama la mente, non la volontà. Se preghi, è segno che vuoi pregare. Quindi c'è volontà di pregare, anche se la mente si è distratta.
In ogni caso, è assai utile farsi carico di ridurre le divagazioni della giornata, specialmente nell'avvicinarsi del tempo stabilito per la preghiera


Non è immaginabile che si possano bloccare pensieri assillanti e tensioni particolar¬mente intense, davanti alla porta della chiesa o al momento di fermarsi in casa, per dedicarsi al colloquio con Dio.

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