sabato 21 dicembre 2013

LA TUA FEDE TI HA SALVATO!




 
Luca 17,11-19: "Durante il viaggio verso Gerusalemme, Gesù attraversò la Samaria e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi i quali, fermatisi a distanza, alzarono la voce, dicendo: "Gesù maestro, abbi pietà di noi!". Appena li vide, Gesù disse: "Andate a presentarvi ai sacerdoti". E mentre essi andavano, f - See more at: http://vivetenellagioia.altervista.org/articoli/guarigione.html#sthash.pi2DGKxp.dpuf

La gioia della guarigione
La gioia della guarigione
LA TUA FEDE TI HA SALVATO!
La gioia della guarigione 
di Pamela Salvatori 
Luca 17,11-19: "Durante il viaggio verso Gerusalemme, Gesù attraversò la Samaria e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi i quali, fermatisi a distanza, alzarono la voce, dicendo: "Gesù maestro, abbi pietà di noi!". Appena li vide, Gesù disse: "Andate a presentarvi ai sacerdoti". E mentre essi andavano, furono sanati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce; e si gettò ai piedi di Gesù per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: "Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato chi tornasse a render gloria a Dio, all'infuori di questo straniero?". E gli disse: "Alzati e và; la tua fede ti ha salvato!". Questo brano del Vangelo aiuta molto a riflettere sull'importanza della gratitudine! Gesù, con la sua parola e il suo agire, ci fa comprendere che, benché Lui abbia a cuore la nostra salute fisica e provveda anche a quella, molto più importante è la salvezza eterna. La guarigione, anche se miracolosa, non sempre è sinonimo di salvezza e la malattia è permessa da Dio con lo scopo di condurci alla conversione: sperimentando la debolezza e l'impotenza umana, nella malattia siamo costretti a riconoscerci niente senza Dio. Non è un caso se moltissime conversioni scaturiscono da situazioni di sofferenza simili a quelle descritte nel Vangelo. Ora i lebbrosi hanno chiesto pietà a Gesù: "Gesù, abbi pietà di noi!", hanno pregato Gesù con la preghiera del cuore e infatti sono stati esauditi. Non subito però, prima hanno dovuto obbedire alla parola di Gesù che ha loro comandato: "andate a presentarvi ai sacerdoti". Tutti i 10 lebbrosi non hanno esitato a fare quanto Gesù aveva loro detto, forse la speranza di essere guariti in loro era così forte da non farli dubitare, dunque, pur vedendosi ancora piagati, hanno perseverato con un atto di fede nella sua parola. Così, hanno continuato il cammino e sono stati esauditi. Tuttavia solo uno di essi nella grande gioia della guarigione si è poi ricordato di Gesù. Eppure tutti avevano chiesto pietà, avevano pregato e obbedito, avevano creduto che Gesù poteva fare qualcosa per loro. Come mai allora solo "uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce; e si gettò ai piedi di Gesù per ringraziarlo"? Eppure non sembrava la cosa più logica e scontata da fare? Viene spontaneo per noi giudicar male quegli altri nove, eppure molto spesso tra loro ci siamo anche noi. Il fatto stesso che solo 1 su 10 abbia ringraziato dimostra che la maggior parte di noi non ringrazia affatto Dio per i benefici ricevuti, oppure se ne ricorda tardi, mettendo il ringraziamento all'ultimo posto! Invece la riconoscenza, il ringraziamento e la lode sono fonte di grazie ancora più grandi! E infatti, in quel brano del Vangelo, notiamo quanto siano gradite a Gesù che subito accoglie quell'uomo con amore e in cambio, dopo averlo guarito, gli dona persino la salvezza!!! Dunque la salvezza è giunta a quell'uomo passando per la guarigione per la sua perseveranza nella fede, ma soprattutto per la sua umiltà e gratitudine verso Dio. Chi ringrazia riconosce che il bene viene solo da Dio e restituisce a Dio la sua Potenza e la Sua Gloria, ricevendo gioia in abbondanza dal Signore. Gesù nota come gli altri non abbiano ringraziato, si siano dimenticati di lui e se ne rattrista. Chi non vuole riconoscere le grazie che il Signore gli concede ogni giorno, rattrista il Cuore di Cristo, dimostra nei fatti di non amare Dio sopra ogni cosa, di ricorrere a Lui solo nel bisogno e di non essere giunto ancora alla vera conversione del cuore, dunque non può sperare di avere la pienezza della gioia. E’ fondamentale invocare lo Spirito Santo che illumini ciascuno di noi per saper riconoscere le grazie che il Signore in ogni istante ci dona, perché la verità è che tutto è dono! Quante volte anche noi come i lebbrosi del Vangelo, nel bisogno ci mettiamo in ginocchio, domandiamo con il cuore, sperando che Dio intervenga, ma poi una volta ottenuta la grazia ci dimentichiamo di Dio? Oppure lo trascuriamo? Quanti di noi vanno a ringraziarlo come prima cosa? Quanti di noi tornano a lodarlo e si prostrano in adorazione davanti a Lui una volta ottenuto quanto chiesto? E se ringraziamo, quanto e come ringraziamo? Lo facciamo ad alta voce? E cioè rendiamo testimonianza pubblicamente dei miracoli che il Signore compie per noi o ce ne vergogniamo? Proclamiamo a tutti i suoi prodigi perchè anche gli altri credano? Non dovrebbe essere il nostro ringraziamento senza fine, senza sosta, senza timori? Non dovrebbe la nostra lode trasformare tutta la nostra vita in un inno alla gloria a Dio? Non dovremmo cambiare vita, cambiare logica, spendere tutta la vita per la causa di Cristo come ringraziamento? O pensiamo che basti guarire dai mali del corpo per salvarci? Molto spesso non si ottengono guarigioni proprio perché il cuore non si converte e finché l’anima è malata anche il corpo resta infermo. Dio è grande nella sua misericordia, ma non può costringerci ad amarlo e il ringraziamento è il più bel gesto d'amore e di umiltà! Comprendiamo allora perché se spesso chiediamo e il Signore sembra non esaudirci subito è un grande atto di misericordia, Dio sa cosa ne faremmo di quella grazia e quante grazie sprechiamo continuamente! Così preferisce farci attendere, farsi pregare un pò più a lungo, per darci il tempo di crescere nella fede e maturare, per poter essere pronti poi a ricevere il Suo dono con riconoscenza e affinché ogni beneficio porti abbondante frutto nella vita nostra e degli altri. Ottenere la grazia richiesta non significa automaticamente aver conquistato la salvezza eterna. La salvezza dipende dall'uso che si fa dei doni ricevuti! Allora preghiamo con il cuore anche noi e con gioia! Ma prima di pregare e di domandare qualsiasi cosa ricordiamoci di ringraziare il Signore per quello che già ci ha dato, riconosciamo che solo Lui è l’Onnipotente che tutto può: pensiamo a quante volte il Signore ci ha liberato da situazioni difficili; quante volte ci ha tenuto lontano da situazioni che avrebbero potuto nuocere alla nostra salute fisica e spirituale; in quante occasioni è intervenuto silenziosamente facendoci trovare soluzioni ai problemi; e pensiamo che molte solo le grazie che costantemente ci vengono offerte e che non abbiamo la delicatezza di comprendere. E ogni giorno, quante volte ci consola, si fa sentire vicino, ci manda i Suoi angeli a consigliarci nelle scelte? Quante volte ha inviato a noi persone inaspettate al momento giusto? Oppure ci è capitato di sentire o leggere una parola che ha illuminato la nostra giornata improvvisamente? E ogni mattina quando apriamo gli occhi non è sempre per grazia di Dio che la nostra vita ricomincia? Il Signore parla a noi in tantissimi modi e continuamente. Se facciamo attenzione possiamo riconoscere la Sua mano sempre su di noi. La Sua protezione è costante! Non dubitiamo! Il Signore non dimentica nessuno, siamo preziosi ai suoi occhi!Di qui la nostra gioia! Abbondiamo nel rendimento di grazie anche nel dolore, perché è nostro dovere e nostra gioia lodare il Signore che ci ha creato per conoscerlo, amarlo servirlo, per trasformarci nel Sangue di Gesù in una perenne lode della Sua Gloria! E allora otterremo non solo quello che chiediamo ma molto molto di più!

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